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Il vescovo di Rimini sprona la Chiesa: l'Eucaristia non è camomilla

Martedì, 30 Settembre 2014

6b 210Il vescovo di Rimini sprona la Chiesa: l'Eucaristia non è camomilla

Il vescovo Francesco sulle orme di Francesco d’Assisi e di papa Francesco. La lettera pastorale sull’Eucarestia (“Abbiamo trovato il Tesoro”) è un invito a mettersi alla sequela dell’insegnamento del grande santo e del pastore universale della Chiesa. Nel presentarla monsignor Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini,  spiega che il rischio da evitare è quello di racchiudere il Tesoro, cioè l’incontro con Cristo, in un recinto mentre Francesco invita la Chiesa ad uscire e a mettersi in cammino. La Chiesa riminese sente l’esigenza di accelerare il passo e per questa ragione il vescovo ha indetto per l’anno 2015/2016 una missione diocesana straordinaria con il compito di incontrare chi è lontano dalla fede.

In questa direzione l’esempio è appunto San Francesco, che fondò un ordine mendicante, sulle strade del mondo, mandando i suoi due a due come aveva fatto Gesù. Sarà un anno di preghiera e di “riforma” della Chiesa secondo il vecchio detto latino ecclesia semper reformanda, cioè sempre deve fare in modo che il suo volto lasci trasparire il volto di Cristo, che solo salva gli uomini.

 

Il vescovo ha presentato la sua lettera pastorale nell’ambito del monastero delle clarisse di San Bernardino, nel centro storico, insieme a suor Nella letizia, la priora, e Alex Celli, un giovane insegnante di religione. Ed è stata proprio suor Nella letizia a sottolineare come la lettera pastorale del vescovo gli ricordi un polittico fiammingo, per la forza delle immagini, dei colori e dei chiaroscuri.

Soprattutto nella parte centrale il documento di Lambiasi (stampato e diffuso in undicimila copie) usa espressioni forti. Come quando ricorda che “l’eucaristia non è fatta per mandarci in estasi ma per mandarci in crisi”. Il vescovo osserva che l’atmosfera culturale dominante continua a giudicare il cristianesimo un placebo per spiriti deboli, mentre “l’eucaristia ci fa trovare il calice pieno di sangue di Cristo, non di camomilla”. Il passaggio è contenuto nel paragrafo che invita a passare dall’ostilità all’ospitalità; si conclude con la domanda: ma “noi che andiamo a messa” ci lasceremo guidare dalla stella polare del bene comune? Un altro paragrafo indica la dinamica dalla violenza alla benevolenza: ma “noi che andiamo a messa” ci limiteremo ad applaudire Francesco oppure diventeremo sul serio efficaci costruttori di pace?

L’altra dinamica richiamata dal vescovo è quella dalla ingratitudine alla gratuità. Spiega Lambiasi che “La gratitudine è figlia legittima dello stupore e della sorpresa: uno stupore incontenibile, coniugato – letteralmente legato in coppia – con l’inimmaginabile sorpresa di trovarsi di fronte ad un dono eccedente, immeritato e imprevedibile”. Una gratitudine che genera gratuità, sull’esempio di Gesù che ha dato tutto se stesso per gli uomini. Il percorso che indica il vescovo Francesco è quindi quello della missione, sulle orme indicate da papa Francesco nella Evangelii Gaudium che ha disegnato una mappa dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo.

 

Al vescovo è stato chiesto di esprimere un giudiziose sull’attuale situazione sociale di crisi. Lambiasi ha detto che non è più il tempo degli slogan ma di segnali concreti. La Chiesa non indossa più il segni del potere ma si esprime attraverso il potere dei segni. Ed un segno è quello del fondo per il lavoro che finora ha raccolto circa 300 mila euro e ha dato la possibilità di un impiego, seppure temporaneo, a numerosi giovani. “Non abbiamo la pretesa di risolvere problemi giganteschi, ma di lanciare un segnale”.

 

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per lanciare i prossimi appuntamento dell’anno di celebrazione per il decennale della beatificazione di Alberto Marvelli. Domenica 5 ottobre alle 17,30 con la messa concelebrata a sant’Agostino dal Vescovo Lambiasi e da mons. Mansueto Bianchi (Assistente nazionale dell’Azione Cattolica).

Il 4 ottobre al teatro degli Atti, alle 21, l’anteprima del film “Siamo fatti per il cielo. Alberto Marvelli: una vita tutta di corsa“

Alla Messa ci sarà la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria alle solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre). Papa Francesco ha concesso un anno giubilare: fino al 5 ottobre 2015 tutti coloro che visiteranno la Chiesa di sant’Agostino e la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, sosteranno in preghiera davanti al corpo del beato o una sua immagine, e adempiranno alle solite condizioni, avranno l’indulgenza plenaria.


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