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Turismo a Rimini, i dati ufficiali "coprono" la crisi

Mercoledì, 24 Settembre 2014

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Turismo a Rimini, i dati ufficiali "coprono" la crisi

 

Dunque, secono i dati (provvisori) dell’ufficio statistica della Provincia, questo anno turistico che vede gli albergatori lamentare vuoti e cali di fatturato (per non parlare di margini ormai ridotti all’osso, non è andato poi tanto male: gli arrivi sono aumentati del 2,8% e le presenze sostanzialmente stabili con un -0,5%.

Per il momento. Perché dalle tabelle diffuse ieri si apprende che mentre un mese fa luglio si era chiuso con -2% di arrivi e di presenze, adesso le presenze sono calate del 2,5% e gli arrivi del 2,2%. Vedremo che succederà il prossimo mese.

 

Tutto con il segno “+” è invece il mese di agosto: (+4,6% gli arrivi, +0,7 i pernottamenti).

Andando a scomporre i dati (Italia/Estero), il mese di agosto ha registrato negli arrivi italiani un +4,7% e un +4,2 in quelli esteri; +0,4% nei pernottamenti italiani, +1,6% in quelli stranieri.

La permanenza media dei turisti nelle strutture ricettive è pari a 5,9 notti. Si conferma la flessione dei flussi turistici dalla Russia (-5,3% gli arrivi, -0,4% le notti trascorse), mentre si registra l'incremento dei tedeschi (+7,6% gli arrivi, +3,7% i pernottamenti) che anche a livello assoluto confermano il loro primato con 35.979 arrivi, davanti a russi (28.616), francesi (16.740) e svizzeri (13.233).

 

Scontato e rituale il commento del presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali: «I dati dei primi otto mesi del 2014 confermano sostanzialmente l'appeal e la competitività del nostro territorio. La ripresa del mercato italiano si consolida con i numeri di agosto, e se guardiamo ai flussi provenienti dall'estero osserviamo che a fronte della prevedibile flessione della domanda russa, migliorano decisamente le performance riconducibili a quei Paesi che nel 2014 meno hanno risentito della recessione, Germania in primis, ma anche Svizzera, Austria e Paesi Bassi. Un segnale, questo, che fa ben sperare per il futuro».

 

Qualche rilievo però è d’obbligo. Nelle tabelle annuali spicca in modo clamoroso il -16,4 di presenze in febbraio e il -32,9% in marzo. È evidente che in questo caso c’è stato un crollo del turismo fieristico, congressuale e genericamente d’affari. La crisi induce molte aziende a tagliare su partecipazione a fiere e viaggi dei dipendenti.

I primi quattro mesi dell’anno (gennaio-aprile) rappresentano appena il 15 per cento delle presenze totali realizzate nei primi otto dell’anno. Sembra proprio che la crisi abbia innanzitutto colpito quella che viene chiamata destagionalizzazione. Poiché la crisi in Italia non accenna a risolversi e la recessione continua, questo non è di buon auspicio per il prossimo anno.

 

Agosto, il tradizionale mese di vacanze degli italiani, sembra sia andato bene. È probabile dipenda dal fatto che la crisi ha sconsigliato vacanze più costose e portato in Riviera anche chi di solito sceglieva altri lidi. Se questo è vero, significa che la Riviera conserva appeal per la clientela con il portafoglio meno fornito, con conseguenza vistose sulla politica dei prezzi alberghieri (mai come quest’anno c’è stata la corsa al ribasso) e sullo stato di “sofferenza” dell’indotto extra-alberghiero. Le tabelle della Provincia dicono che il buon risultato di agosto è dipeso da un consistente aumento (oltre il 5%) degli arrivi da Lombardia ed Emilia Romagna, al quale peraltro non è corrisposto un analogo incremento di notti trascorse. Si arriva di più dai bacini limitrofi e si pernotta di meno.


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