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12 09 2014 | Rimini | Trc, scendere costerebbe 54 milioni

Venerdì, 12 Settembre 2014

neroRimini | Trc, scendere costerebbe 54 milioni

 

Scendere dal trc costerebbe, allo stato attuale, 54 milioni di euro. E' quanto sottolineato stamani in seconda commissione a Rimini da Ermete Dalprato, direttore di Agenzia mobilità. La sessione, con lo scopo di schiarire la nebbia sui costi aggiuntivi, sulle variazioni in corso d'opera e sulle opere accessorie, si è aggiornata al 3 ottobre prossimo, quando anche il presidente di Agenzia mobilità potrà essere presente. Tuttavia, qualche numero è stato dato.
Tornando alla stima dei danni, in caso di stop, "la somma - ha aggiunto Dalprato - comprende in parte i segni lasciati dall'opera, tra cui la pista asfaltata, oltre ai costi degli espropri e della successiva conversione in occupazione temporanea. Per quest'ultima, per ogni terreno si parla di una cifra pari al 60 per cento del suo valore di esproprio, per un ammontare complessivo di 3 milioni di euro. Ci sono gli estremi per il danno erariale".


Trc, quanto mi costi. La cifra prevista di 92 milioni 53mila 217 euro e 95 centesimi, "gli spiccioli - ci ha tenuto a precisare Dalprato - fanno capire che si tratta della traduzione in euro di un precedente conto fatto negli anni Novanta in lire", non è più attuale. Adesso si parla di quasi 103 milioni, per la precisione di 102milioni 794mila 91 euro e 57 centesimi. Colpa dell'inflazione alle stelle con il passaggio all'euro e del fisiologico, dopo tutti questi anni, aumento dei prezzi. Ma non solo.
A conti fatti si sono aggiunti quasi 8 milioni per l'acquisto di veicoli (3 milioni 945mila 581 euro e 62 centesimi) e per gli impianti di ausilio (3 milioni 676mila 292 euro) esclusivamente a carico degli enti coinvolti, ovvero senza finanziamenti statali. Ci sono anche le spese extraquadro, per poco più di 3,1 milioni (a fine 2011, ma oggi si parla di circa 5 milioni). Anch'esse fuori da finanziamento statale in quanto perlopiù legate ai contenziosi per gli espropri e quindi nell'orbita delle spese legali, a differenza degli indennizzi, coperti dal quadro economico pattuito. Lo Stato non partecipa nemmeno alle spese per preliminari, ovvero spese pregresse per 3,7 milioni al 2002, anno in cui il consiglio di Stato dà ragione alla stazione appaltante rispetto a ricorsi dovuti a espropri e quindi si può iniziare a fare sul serio.
Gli espropri, l'anomalia delle anomalie del trc. Sono stati 154 i decreti di esproprio che hanno interessato 680 ditte, da effettuare entro il giugno del 2008. Sono stati 64 i ricorsi al tar e al consiglio di Stato: tutti vinti da Agenzia mobilità. "Via Serra - spiega Dalprato - è in sospensiva, ma con legittimità a procedere per Am".


Quanto si è speso fino ad oggi? Trentasette milioni, di cui 36 per la tratta centrale, ovvero quella dalla stazione di Rimini a quella di Riccione. Ammonta a 26 milioni il totale di fatture rendicontate da Am al Ministero, ma a 15 milioni il totale di quelle rimborsate allo stato attuale.
L'accordo di programma: chi paga, quanto, cosa. Alla Regione, da accordo iniziale, spetta di contribuire con 7,7 milioni, 15,7 toccano al Comune di Rimini, 6,3 a quello di Riccione, 7,1 ad Agenzia mobilità. La quota dello Stato supera i 53,3 milioni: 42,8 per l'infrastruttura, 10,4 per l'acquisto della flotta. In pratica, rispetto alle ultime stime l'opera è fuori budget per una decina di milioni. Sfumato, per il no di Riccione a sostenere ulteriori costi oltre quelli preventivati (nel caso specifica della Perla si tratta di 600mila euro che avrebbe anche pagato Am, ma anche a questo l'ex sindaco Pironi si oppose), un finanziamento regionale da 4,5 milioni. L'ente bolognese avrebbe fatto lievitare, infatti, di tale cifra la sua quota a patto che gli enti locali e Am si fossero fatte a loro volta carico complessivamente di 3milioni. L'accordo programma prevede la realizzazione di tre tratte: quella centrale, da Rimini a Riccione, ovvero l'unica finanziata, e le due periferiche, da Rimini alla fiera e da Riccione a Cattolica.


Si può uscire dall'accordo di programma, o apportare variazioni? Chi paga? L'accordo di programma è un contratto di tipo civilistico: quindi si può uscire. A patto che tutti i soci siano d'accordo. In questo caso tutti devono pagare e nell'ambito della conferenza territoriale si definisce quanto deve pagare ciascuno. Se non tutti sono d'accordo, "l'unica soluzione sarebbe quella di andare in tribunale". Sempre se tutti sono d'accordo si possono apportare delle variazioni. Ma rispetto a quella presentate dal comune di Riccione in giugno la Regione, ovvero l'ente con cui si rapporta il ministero e che quindi dovrebbe portare a Roma le eventuali modifiche, si è messa di traverso. "Si badi bene al fatto che il Ministero ha stabilito di finanziare un'opera, ma che non partecipa all'accordo di programma, quindi non è legato da un contratto", fa notare Dalprato. "Questo significa che - precisa - nel momento in cui il nuovo progetto variato non dovesse piacergli, potrebbe tranquillamente ritirare i finanziamenti. E destinarli a quello che riterrebbe opportuno".


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