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Aeroporto di Rimini, parole di troppo e silenzi ingiustificati

Lunedì, 08 Settembre 2014

8bAeroporto di Rimini, parole di troppo e silenzi ingiustificati

 

In attesa che l’Enac decida a quali delle quattro cordate che hanno presentato offerte dare in gestione l’aeroporto di Rimini, si assiste ad un proliferare di iniziative e dichiarazioni non sempre opportune.

Le ultime in ordine di tempo sono quelle del curatore fallimentare Renato Santini il quale ha annunciato che se entro il 31 ottobre non si farà vivo qualcuno che voglia comprare i beni mobili (gli immobili sono tornati all’Enac) della fallita Aeradria, lui si vedrà costretto a chiudere l’aeroporto perché l’esercizio provvisorio è già durato a lungo e non è più il caso di coinvolgere il territorio con un'altra colletta. Santini auspica anche che il vincitore del bando Enac si presenti subito da lui per concordare il passaggio dei beni di Aeradria. La posizione di Santini corrisponde alla sua necessità di realizzare della liquidità per dare qualcosa ai creditori che, allo stato attuale, hanno poche possibilità concrete di essere risarciti (diversamente sarebbe stato se si fosse accettato il concordato preventivo, come abbiamo documentato in questo articolo). L’uscita di Santini ha suscitato reazioni preoccupate e polemiche, prima fra tutte quella dell’on. Sergio Pizzolante che ha osservato: “Enac ha fatto il bando rispettando leggi e regole. Non è previsto da nessuna parte l’obbligo di imporre a chi partecipa oneri straordinari per le gestioni precedenti”. Quella di Santini appare dunque al parlamentare come una interferenza sulla gara di Enac.

Qualche giorno prima di Santini si era visto un sindacato, la Uil, intervenire non per chiedere che l’aeroporto sia data alla società che offre maggiore garanzie, anche per i lavoratori, ma per esprimere pubblicamente il proprio desiderio che vinca Novaport Italia. Novaport è una società formata il 16 giugno 2014 da Andrea Del Vecchio, che è anche amministratore unico, e dal cittadino bulgaro Viliyan Ivanov Petrov, che a Rimini risulta anche amministratore di Area Business Consulting srl.. La società si è sempre presentata come emanazione del colosso russo Novaport anche se dagli atti disponibili in Camera di Commercio non risulta nessun legame societario con la Novaport russa.

A parte che non si è mai visto un sindacato fare il tifo così apertamente per uno dei competitor in gara nell’appalto di un servizio pubblico, viene da chiedersi quali informazioni riservate abbia la Uil, considerato che ragionevolmente viene da pensare che il sindacato non si esponga così solo in ragione delle dichiarazioni di intenti pubbliche espresse da Novaport come dalle altre cordate in gara.

Altra iniziativa sorprendente e discutibile nei tempi e nei modi è quella dei soci pubblici riminesi di Aeradria – Comune, Provincia, Camera di Commercio – che in un bel giorno d’estate si sono svegliati avendo l’idea che forse è il caso di sapere se ci sono le condizioni per avviare un’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori della società. Ora questa è una possibilità che le leggi riservano ai soci che pensano di essere stati danneggiati dalla condotta degli amministratori. Anche se, come ha osservato il Movimento 5 Stelle, in caso di fallimento l’azione spetta al curatore fallimentare. Al di là dei pur importanti aspetti giuridici, sorprende che l’idea sia aarrivata dopo che ormai da anni si sapeva del buco di Aeradria, ormai da un anno è stato dichiarato il fallimento, e arrivi da soci pubblici che fino all’ultimo momento avevano confermato la loro fiducia in Massimo Masini e gli altri amministratori e che, in quanto rappresentanti degli interessi della collettività, avevano il dovere e gli strumenti per seguire da vicino cosa avveniva in aeroporto e per chiedere tempestivamente a Masini ragione delle sue scelte.

Questa iniziativa giudiziale è l'unico colpo battuto da soggetti si sono ben guardati dall’esprimere una valutazione politica approfondita, che andasse al di là delle rituali espressioni sull’importanza dell’aeroporto per l’economia della città o sulla fiducia nell’azione della magistratura. In questo caso il silenzio è stato assoluto e l’opinione pubblica è ancora in attesa di sapere perché i soci non hanno preso iniziative drastiche – tipo mandare a casa Masini e soci – quando hanno cominciato a manifestarsi i risultati di una gestione che evidentemente qualche problema ce l’aveva.

Per esprimere adeguatamente a cosa mira l’atteggiamento dei soci pubblici bisognerebbe usare una parola sconveniente in un articolo; gli attuali reggenti di Comune, Provincia e Camera di Commercio sembrano evidentemente preoccupati di auto-tutelarsi magari in vista di eventuali chiamate di corresponsabilità.

Sull’aeroporto insomma si assiste a qualche parola di troppo e a silenzi ingiustificati.

 


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