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04 09 2014 | Rimini | Economia, Cgil: Uno shock perché ripartano produzione e occupazione

Giovedì, 04 Settembre 2014

tortora-scuroRimini | Economia, Cgil: Uno shock per far ripartire produzione e occupazione

 

Lavoro, i dati sugli ammortizzatori sociali utilizzati tra gennaio e luglio rispecchiano una situazione che mette Rimini e l'Emilia Romagna in contro tendenza rispetto a quanto accade nel resto della penisola. I calcoli li ha fatti la Cgil di Rimini che dice: in Italia il ricorso agli ammortizzatori diminuisce rispetto al 2013, mentre a Rimini ed in Emilia Romagna si registra un incremento rispetto all'anno precedente. Un segno che conferma il perdurare della crisi a livello locale e "la necessità di individuare risposte strutturali, come da tempo sostiene la Cgil (vedi proposta di Piano per il lavoro)", spiega Massimo Fusini.


I dati forniti riguardano la cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga e dicono di "un netto calo della Cigo: meno 146.289 ore in provincia di Rimini (-27,5%) e meno 4,5 milioni di ore in Regione ( -38%)", ma anche di "un incremento notevole del ricorso alla Cigs: più 722.231 ore in Provincia di Rimini (+38,4%), più 4,83 milioni di ore in Regione (+24.5%)" e di "un incremento notevole anche del ricorso alla Cigd: più 1.002.459 ore in Provincia di Rimini (+ 188%); più 4,72 milioni di ore in Regione (+ 34,3%)".


La spiegazione è che "la diminuzione della cassa ordinaria e l'incremento della straordinaria e della cassa in deroga significano l'esaurimento del primo strumento e la strutturalità della crisi". Bisogna poi tenere conto anche del fatto che "il dato della deroga è sottostimato perché molti accordi non sono ancora stati conteggiati a causa della mancata copertura finanziaria. In molte situazioni dell'artigianato viene utilizzato l'ammortizzatore dell'Eber (ente bilaterale artigianato) anziché la Cigd (oltre 500 accordi in provincia di Rimini relativi all'Eber). Continua il saldo negativo delle imprese (oltre 750 imprese in meno in un anno!)".


C'è, infine, da tenere conto dei casi in cui le aziende hanno licenziato i dipendenti perché fallite o nel mezzo di procedure di concordato. "Ciò significa che nel nostro territorio si sta modificando radicalmente la mappa dei settori produttivi e del terziario e si produce una disoccupazione strutturale. Esattamente ciò che abbiamo cercato di evitare con il "il piano per il lavoro, sia nazionale che locale". Serve uno shock per far ripartire la produzione e l'occupazione, occorre concertare in tempi veloci azioni concrete".


Costruzioni. Quattro aziende sono fallite dal 31 luglio all’8 agosto (Alfad, Edilvalmarecchia, Escavazioni meccaniche, Serramenti b e b) nelle quali sono coinvolti 95 dipendenti complessivi; dieci aziende hanno in corso la richiesta di concordato (Morri prefabbricati, Laterizi Alan Metauro, Gruppo Cmv, Fornace Ripa Bianca, Edile carpentieri, Comeca, Carpentedil, Adriaartigianato);
3 sono in difficoltà (Cmv group, Lavorazioni edili, Edilstrada). Le criticità di queste aziende coinvolgono oltre 550 addetti e si aggiungono ai tanti verbali di cassa integrazione (cigo cigs cigd), di mobilità, di ammortizzatori Eber e di accordi di solidarietà, con una perdita di "competenze professionali di grande valore che sarà molto complesso recuperare".


Metalmeccanica (zona Valconca). Su un campione di 32 aziende tre non hanno difficoltà o sono in espansione (Geba Snc, Lam, Mt Snc); tre sono fallite (Antonelli srl, Net system srl, Programmi sistemi luce); ventisei stanno utilizzando gli ammortizzatori sociali e i contratti di solidarietà.


Artigianato (sempre in Valconca). Sono stati sottoscritti circa 50 accordi di cassa in deroga e sono giunte oltre 150 richieste di accordo Eber.


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