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Rimini, ultimo atto in Provincia

Giovedì, 19 Giugno 2014

7bRimini, ultimo atto in Provincia

L’ultimo atto della “vecchia” Provincia è il sì alla privatizzazione della Fiera che sarà sancito oggi pomeriggio dal consiglio. Dal 25 giugno tutti a casa, tranne il presidente Stefano Vitali e gli assessori che restano a sbrigare l’ordinaria amministrazione come “volontari”, cioè senza percepire alcun stipendio. Ma la Provincia dal 25 giugno rinasce dalle proprie ceneri e diventa un ente di secondo grado al quale sono demandate alcune funzioni, sostanzialmente pianificazione territoriale, scuole e strade.  Entro il 30 settembre dovrebbe essere eletto dai Comuni il nuovo consiglio provinciale, il quale poi dovrà elaborare lo statuto ed eleggere il nuovo presidente, che sarà un sindaco. Si è usato il condizionale, perché sembra sia in dirittura d’arrivo un provvedimento che dà un’accelerata. Entro il 30 settembre si dovrà fare tutto. Forse. Si vedrà.
Il primo scoglio che dovrà affrontare la nuova Provincia sono proprio le elezioni. Fino a qualche tempo fa sarebbe stato facile mettersi d’accordo: tutte le amministrazioni comunali volgevano verso il colore rosso, bastava che a decidere fosse il partito di maggioranza.  Adesso ci sono due importanti Comuni, Bellaria Igea Marina e Riccione, che sono governati dal centrodestra , al quale si aggiungono gli altri piccoli comuni dell’entroterra che non sono andati alla sinistra.  Si dirà, ma quelli di sinistra sono la maggioranza! Non è così semplice, perché la legge prevede il voto ponderato, Riccione insomma non conta per uno ma per tutti i suoi abitanti, e così Bellaria, Rimini, e tutti gli altri.  Non a caso il presidente Stefano Vitali si è detto preoccupato della fase che si apre, visto quanto è ricca di incognite. Nello stesso tempo si rammarica di non poterla vivere da protagonista perché potrebbe anche essere divertente.
Vitali, stilando una sorta di bilancio, si è detto convinto che di Provincia ci sia ancora bisogno, nel senso di un ente superiore che sappia bilanciare e comporre in una prospettiva di sviluppo le spinte campanilistiche che vengono dalle singole comunità.  Insomma non deve più accadere che si costruiscano due Palacongressi a otto chilometri di distanza uno dall’altro.
Fra i Comuni un elemento di contrasto adesso è il Trc.  Vitali osserva che, dal punto di vista tecnico, non possono più esserci contrasti, visto che è stato assegnato un appalto. Nel merito politico, si limita ad osservare che una forma di collegamento veloce della costa è quanto mai necessaria, considerato la tendenza di Ferrovie dello Stato a “svuotare” le stazioni lungo la dorsale adriatica.
Altro punto dolente dei cinque anni di presidenza Vitali è il fallimento di Aeradria. Il presidente si è rammaricato che non si sia potuto concludere il processo di privatizzazione dell’aeroporto. Alla domanda di Inter-vista su di chi siano le responsabilità, prima si rifugia in un diplomatico “Ci sono inchieste in corso”, poi spiega che il problema fondamentale, al di là di quanto accerterà l’inchiesta della magistratura, è che sono stati fatti investimenti contando sul finanziamento delle banche che è mancato. “Ma al momento in cui sono stati programmati, nessuno poteva saperlo, il punto è che dal 2009 il mondo è cambiato. Quello di Aeradria – aggiunge - è un fallimento anomalo, è l’unico in cui i creditori spingono per poter gestire la società”.
Tuttavia l’esperienza di Aeradria ha suggerito misure precauzionali per il futuro. Nei cambiamenti agli statuti per la privatizzazione di Rimini Fiera è stato inserito il diritto dei soci a ricevere informazioni puntuali sugli atti della società. Non deve ripetersi – sostengono in Provincia – il caso del contratto Wind-jet (uno dei problemi di Aeradria) di cui non si è saputo niente finchè non è arrivata la magistratura.
E così si arriva al punto della privatizzazione di Rimini Fiera che secondo Vitali sancisce un punto di non ritorno: è finita un’epoca, l’ente pubblico non può più gestire società che hanno la missione di stare sul mercato.
Quanto a tutto il complesso delle società partecipate, in Provincia ancora non sanno quale sarà il loro destino. La Provincia ne rimane titolare, ma, come per la Fiera, non ha in cassa i soldi per far fronte agli impegni presi. Si naviga a vista, in attesa che da Roma arrivi un provvedimento. Vero che fra le province italiane quella di Rimini è quasi un caso isolato quanto ad importanza delle partecipazioni (vedi appunto Fiera e Palacongressi).

 


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