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Vita di don Giussani, ieri sera la presentazione a Rimini

Venerdì, 13 Dicembre 2013

10bVita di don Giussani, ieri sera la presentazione a Rimini

 

Per nessuno dei relatori la lettura di Vita di don Giussani, la biografia (Rizzoli editore) scritta da Alberto Savorana, è stato un semplice esercizio di curiosità intellettuale. O un dovere di cortesia per essere stati invitati a parlare. Nelle biografie della poetessa e scrittrice Rosita Copioli e dell’ex parlamentare Sergio Gambini l’intreccio con la storia umana, sociale, culturale originata dal carisma di don Giussani è avvenuto a più riprese. Nell’incontro tenuto ieri sera nella sala anfiteatro del Palacongressi, la prima ha ricordato la vivacità e il fervore della presenza di Gs a Rimini dal 1962 in poi, durante gli anni in cui lei frequentava il liceo classico; il secondo ha ricordato gli incontri e gli “scontri” (era segretario della Fgci) e la curiosità che negli infuocati anni Settanta suscitavano in lui i seguaci del sacerdote brianzolo. Oggi che i contrasti ideologici (ed anche una “politica cattiva”) hanno ceduto il passo a più meditate considerazioni, l’ex enfant prodige della sinistra riminese si trova a scoprire con stupore che per i credenti la via del dialogo con i non credenti è un percorso necessario perché la verità emerge dentro una relazione. Gambini dimostra più volte di essere stato attento lettore del poderoso volume di Savorana: ad esempio quando mette i fila una dopo l’altra alcune citazioni di Giussani che effettivamente restituiscono molto della sua personalità forte e contagiosa; oppure quando elenca fatti ed episodi della biografia del sacerdote che si intrecciano con Rimini.

 
Del percorso umano del fondatore di Comunione e Liberazione, Gambini si sofferma soprattutto su due tappe. Il primo è l’incontro a Torello, in Valmarecchia, con i superstiti della Gs riminese travolta dal movimento del Sessantotto. Secondo Gambini il punto tenuto in quell’occasione da don Giussani è che solo la comunità cristiana può avere la pretesa di salvare il mondo. Per l’ex parlamentare è stato come scoprire l’origine di una posizione che allora, nel furore degli anni Settanta, non capiva o vedeva semplicemente come contrapposizione alla società esistente.


La seconda tappa è la partecipazione al Sinodo sui laici del 1987 e l’intervista che in quell’occasione rilasciò a don Angelo Scola. Gambini vi vede una maturazione, una capacità di fare i conti con la complessità della società moderna. Altrettanta profondità, secondo il relatore, non riuscì ad avere durante gli anni di Tangentopoli.
Gambini ha concluso il suo intervento con un omaggio al Giussani perennemente in ricerca, incapace di stare fermo e tranquillo, sempre in cammino verso nuove mete. Citando Nostalghia di Tarkovski e la Leggenda dell’Inquisitore di Dostoevskij, Gambini ha concluso proponendo l’immagine di un Giussani che traghetta una luce da pochi verso tanti.


Anche Rosita Copioli è stata lettrice attenta e scrupolosa del volume di Savorana. Lo si è visto da come ha sapientemente citato gli autori (teologi, romanzieri, poeti) che hanno contribuito alla formazione e alimentato la riflessione di don Giussani, dall’empatia con cui ha citato episodi, dalla capacità di cogliere qual era, secondo il sacerdote, il nocciolo della questione, cioè l’incontro con Cristo.


Savorana, l’autore che ha lavorato al libro per più di cinque anni, ha riportato l’attenzione su un episodio centrale, peraltro colto dai relatori: quella lettura in classe, durante gli anni del seminario, del Prologo del Vangelo di Giovanni: il Verbo si è fatto carne. Cioè la bellezza, la giustizia, l’amore, la verità si sono fate carne. Savorana ha ricordato come Giussani rievocava quel momento: “Da allora l’istante non è stato più banale per me”. La vita di Giussani è il percorso dell’autocoscienza di un uomo che non si è mai sottratto alle sfide poste dalle circostanze, di un uomo che è stato quasi ossessionato dal desiderio di capire. È andato al liceo Berchet con il desiderio di mostrare la pertinenza della fede alle esigenze della vita e – ha sottolineato Savorana – ha invitato i ragazzi alla verifica di ciò che diceva, sottoponendosi alla loro libertà.
Valerio Lessi


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