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In liquidazione l’Agenzia di marketing turistico

Mercoledì, 27 Novembre 2013

5bIn liquidazione l’Agenzia di marketing turistico

 

Nello stesso giorno in cui il Tribunale di Rimini ha decretato il fallimento di Aeradria, la Provincia di Rimini ha avviato le procedure per la liquidazione dell’Agenzia di marketing turistico. Non si tratta di eventi collegati fra di loro, però la loro casuale concomitanza sembra gettare un’ombra di decadenza sull’intero sistema riminese.

Anche perché l’Agenzia - una creatura voluta dal tandem presidente Nando Fabbri - assessore Massimo Gottifredi - chiude i battenti non per il fallimento della propria mission ma perché la vicina “morte” delle province inevitabilmente farà tirare le cuoia anche agli enti collegati. 

L’Agenzia nacque nel 2002 per dare forza al distretto turistico Riviera di Rimini nel contesto di una politica regionale che con la legge 7 valorizzava solo i prodotti mettendo in ombra i territori e le loro peculiarità. Per Bologna non esisteva Riviera di Rimini, la spiaggia da Bellaria a Cattolica era solo un segmento della Riviera adriatica dell’Emilia Romagna, l’unica con diritto di esistenza. Ci furono anche decisione di rottura, come la partecipazione alla Bit con uno stand autonomo, quello con il moscone e gli ombrelloni. Visitando, il presidente Vasco Errani disse che così “si fa anti-turismo”. Adesso anche la Regione torna sui suoi passi e alla conferenza di Modena del 29 novembre celebrerà la valorizzazione dei territori.

Il proprio, quello di Riviera di Rimini, l’Agenzia ha cercato di valorizzarlo inseguendo dal 2002 quattro direttrici: internazionalizzazione, destagionalizzazione, grandi eventi, promozione dell’entroterra. Un documento redatto dalla Provincia elenca i risultati raggiunti in questi campi.

Sull’incremento del turismo estero l’Agenzia ha agito di concerto con Aeradria (per un periodo Massimo Masini era direttore dell’una e presidente dell’altra) e vieni quindi da chiedersi quanto siano costati alla collettività i risultati che oggi la Provincia esibisce: la quota estera del turismo riminese è passato dal 21 per cento del 2002 al 25 per cento del 2012, grazie soprattutto al boom dei russi.  Adesso che succederà?

Per grandi eventi si intendono la Notte Rosa e il Moto Gp, cioè quelli promossi direttamente dall’ente pubblico. La Notte Rosa ha contribuito al rilancio del mese di luglio che nel 2005 contava 3.690.588 pernottamenti e nel 2012 (in  calo rispetto al 2011) poco più di 4 milioni. Il moto Gp da parte sua ha contribuito un po’ a far lievitare (circa 100 mila in più) le presenze di settembre.

L’Agenzia ha promosso l’entroterra con due progetti distinti. Curiosamente nella documento della Provincia non si fa cenno al primo progetto, quello sulla Signoria dei Malatesta: anche se avviato dalla Provincia fu poi condotto dall’Agenzia. Adesso il marchio è Malatesta & Montefeltro, in omaggio all’allargamento dei confini provinciali. Dal 2009 al 20012 in pernottamenti sono cresciuti del 27 per cento.

L’Agenzia ha infine partecipato al processo di destagionalizzazione del turismo riminese. Negli ultimi quindici anni le presenze non estive sono cresciute del 70 per cento. Il report non tiene conto del 2013 che ha visto la perdita del 7 per cento nei primi cinque mesi dell’anno.

Adesso che l’Agenzia chiude, chi terrà alta la bandiera di Riviera di Rimini? Nel propprio documento la Provincia scrive che l’Agenzia è “Un modello di governo che non deve andare disperso, in modo da non azzerare i risultati e le progettualità attivate negli ultimi 10 anni. Non è pensabile che la forza turistica della Riviera di Rimini, ma anche la complessità e la diversità che ne è alla base, in termini di attori, di progettualità, di risorse e di prodotti esistenti, possa esser efficacemente gestita, nell’interesse del territorio, senza un soggetto che favorisca e rafforzi  l’integrazione e la partecipazione tra i diversi attori, a tutti i livelli”.

La conclusione è che “Servirebbe un soggetto che se ne faccia carico e continui a svolgere questo ruolo”. Non si fa alcun cenno all’ipotizzata  Unione territoriale romagnola che dovrebbe essere varata con la riforma della legge 7. Non la si considera ancora una volta adeguata ad esprimere la forza del più importante distretto turistico regionale?

Valerio Lessi


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