GIORNALAIO 20.11.2013

Mercoledì, 20 Novembre 2013

giornalaioRimini, le Poste di Miramare devono esser demolite. Variazione bilancio, manovra per recuperare altri 2,9 milioni di tagli. Spiagge, gli operatori non hanno bisogno di autorizzazione paesaggistica. Calcio, Delfini inadempienti. Pollini è tra i dirigenti del Nuovo Centrodestra 

 

Le Poste di Miramare vanno demolite. “Clamorosa sentenza del T.A.R. dell’Emilia-Romagna: a distanza di oltre ventotto anni da una “occupazione d’urgenza” illegittima da parte dello Stato, un’area di 1.063 metri quadrati va restituita ai legittimi proprietari privati, gli eredi Ceschina (Riccardo, Marina Bruna, Carla Zocco vedova Ceschina e Nagae Yoko vedova Ceschina). Fatto clamoroso per più motivi: anzitutto per la tempistica non proprio snella della pratica giudiziaria (che potrebbe anche approdare a un secondo grado, intendiamoci). E poi perché quel terreno non è una nuda zolla, bensì un pezzo pregiato del centro urbano di Miramare sul quale, dopo l’occupazione illegittima, è stato edificato il palazzo delle Poste. Ragione per cui i giudici sono stati chiari: siccome il privato ha diritto a vedersi restituito il bene - un terreno -, questo deve tornare al legittimo proprietario “com’era e dov’era”, cioè senza palazzo”, LaVocediRomagna (p.11).

 
Bilancio, “a conti fatti, al terzo trimestre, la tassa di soggiorno ha già fruttato un milione e mezzo in più del previsto. Cifra che dovrebbe far lievitare il consuntivo dai previsti 5 milioni a 6 milioni e mezzo. “Questo è stato il primo anno integrale di applicazione dell’imposta, un anno quindi sperimentale, per il quale era difficile effettuare previsioni precise in termini di gettito. E con la stima prudente dei 5 milioni si è cercato di non mettere a repentaglio gli equilibri dei bilancio stesso, tenendo conto di variabili come la crisi economica e le conseguenti ripercussioni sui flussi turistici”, spiega in proposito l’assessore al bilancio Gian Luca Brasini”, LaVoce (p.15).
Proprio dal governo ci è piombato addosso come un macigno infatti l'ennesimo pesantissimo taglio, 2,9 milioni di euro in meno di trasferimenti, che si vanno naturalmente a sommare agli altri 18.529.968 euro a cui abbiamo dovuto rinunciare in tre anni. Il totale fa la bellezza di 21.440.877 euro. Una cifra-monstre che la dice lunga su come il nostro Comune, alla pari ovviamente degli altri, stia pagando il prezzo più alto per il risanamento dello Stato e tutto ciò quando gli enti pesano sul debito pubblico per appena il 2,5%”. Rimini, a differenza di altri Comuni anche emiliano-romagnoli riuscirà ad ovviare alle mancate risorse, grazie alle entrate legate alla lotta all'evasione (581mila euro dei 624 complessivi) e soprattutto ad alcuni rimborsi ottenuti da parte dello Stato, su tutti gli 1,8 milioni di Imu che il Comune aveva pagato sui propri immobili”, NuovoQuotidiano (p.3).


Spiagge. ““A Rimini l'autorizzazione paesaggistica non va richiesta” ha sentenziato l'avvocato Luigino Biagini dopo avere scartabellato tra vecchi documenti comunali e passato al contropelo la Legge Galasso, che regola la materia. Ora a rincarare la dose ci pensa Cna Rimini, insieme all'Associazione Ristoranti sul Mare di Rimini. L’associazione non nega che il documento vada prodotto. Anche questa volta c'è alla base uno studio, “mesi di lavoro e attenta analisi”, sulla normativa (in particolare il Codice dei Beni Culturali e dell'Ambiente), che hanno portato a concludere che “nel momento in cui una attività con autorizzazione temporanea ha avuto il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, solo in caso di modifiche strutturali della propria attività è necessario il rinnovo dell’autorizzazione stessa, altrimenti resta valida quella già in suo possesso”. La prassi invece negli ultimi anni è stata diversa: il Comune di Rimini ha chiesto infatti il rinnovo considerando scadute le autorizzazioni dopo cinque anni. “Abbiamo avviato un iter con gli uffici comunali – fanno sapere Cna e Associazione Ristoranti sul Mare - Siamo ancora in attesa di risposta e ansiosi di conoscere la loro opinione, in base alla quale poi procederemo di conseguenza”. Nel frattempo torna a farsi sentire anche Fiba Confesercenti. A chi, come il presidente di Oasi Confartigianato ha affermato “noi l'avevamo già detto che l'autorizzazione non serviva””, NQ (p.7).


La guerra dei campi di calcio. Lunedì il Rimini United pensava di giocare, ma ha trovato i cancelli chiusi. ““Qualsiasi sia il motivo alla base del fattaccio quanto accaduto è inconcepibile – osserva Brasini - È gravissimo che delle società abbiamo deciso di far pagare a dei bambini il prezzo della loro lunga ed estenuante diatriba”. L'affondo più duro però Brasini lo riserva ai Delfini: alla società che dall'anno scorso dopo la vittoria del bando promosso dal Comune si occupa della stragrande maggioranza dei campi da calcio comunali, viene rimproverata una gestione “assolutamente discutibile”, che ha portato come conseguenza tra l'altro proprio la revoca dei finanziamenti comunali – una cifra compresa tra 30mila e 40mila euro - a cui aveva diritto. L'episodio di lunedì potrebbe a questo proposito rappresentare l'ennesimo inadempimento da parte dei Delfini. “Faremo tutte le verifiche del caso per capire appunto se ci sono responsabilità del gestore anche dal punto di vista del regolamento””, NQ (p.5).

 
Romagna unita, da Cesena l’idea di  collegare anche le Fondazioni. “Creare un coordinamento forte tra le Fondazioni bancarie della Romagna per rendere più efficace il sostegno al territorio e in particolare in alcuni ambiti cruciali in Area vasta: università, sviluppo economico, sanità, arte e cultura. A lanciare la proposta è Bruno Piraccini, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena, alla luce del forte radicamento locale delle Fondazioni e del ruolo che stanno svolgendo in questo momento di crisi”… “Io credo che sia utile costituire, con l’apporto degli organi deliberanti delle singole Fondazioni, un comitato permanente retto da uno specifico regolamento che renda istituzionale la collaborazione fra le sei Fondazioni bancarie della Romagna, sette se comprendiamo anche Imola. Si tratterebbe di un lavoro da fare in comune per affrontare in maniera unitaria temi quali la presenza dell’Università in Romagna e la semplificazione degli enti di sostegno Serinar, Uni.Rimini e Flaminia”, LaVoce (p.3).


Abolizione province, Massimo Bulbi, presidente di quella di Forlì-Cesena è perplesso dalla lettera scritta dai parlamentari romagnoli ai sindaci delle province per la fusione. “Perplesso non già per il fine dichiarato: nei mesi passati mi sono, infatti, personalmente impegnato per realizzare quella Provincia di Romagna che sembrava dover nascere da un momento all’altro e che poteva ben rappresentare il naturale sbocco istituzionale per le politiche di area vasta su cui da anni c’impegniamo. Perplesso, perché chi è stato eletto con l’obiettivo dell’abolizione per via costituzionale, scritto nero su bianco nei programmi elettorali, si sta attardando in operazioni che rischiano il nulla di fatto”, LaVoce (p.4).


Intanto, “è nata l’Ausl unica della Romagna. La legge approvata ieri in assemblea legislativa regionale dà vita alla quinta azienda sanitaria italiana per popolazione residente e tra le prime per superficie territoriale e numero di ospedali. Hanno votato contro Pdl, Lega Nord, Movimento 5Stelle e Gabriella Meo di Sel-Verdi; si sono astenuti Udc e Gian Guido Naldi di Sel-Verdi. È stata approvata in aula anche una risoluzione presentata da Fds (prima firmataria Monica Donini), Pd, Idv e Matteo Riva (misto); contrari al documento si sono espressi Pdl e Lega nord. Astenuti Sel-Verdi, Udc e Movimento 5 Stelle”, LaVoce (p.5).


LaVoce (p.15) intervista Pierluigi Pollini, già vicecoordinatore regionale del Pdl in Emilia- Romagna e ora fra i dirigenti del Nuovo Centro Destra guidato da Alfano. “Il NCD a Rimini e provincia si sta organizzando come soggetto plurale, senza un pensiero unico: non vogliamo replicare gli errori fatti dal vecchio Pdl di Verdini. Siamo in attesa del percorso democratico che verrà indicato dalla prossima convention nazionale. Il NCD dovrà valorizzare e riconoscere tutte le proprie componenti culturali, programmatiche e politiche, per aprirsi - perché il tappo dell’antiberlusconismo è saltato - a tutte quelle realtà, movimenti e mondi tesi a costruire nell’area moderata e riformista riminese una seria e vincente alternativa alla vecchia e alla nuova sinistra”.