IL GIORNALAIO 15.03.2012

Lunedì, 12 Marzo 2012

Rubriche

MAGGIOLI PARLA. SPIAGGE, STOP ALLA SANATORIA. TRENI: RIMINI A PIEDI. EDILIZIA: CHI COMANDA? AEROPORTO DIMEZZATO


Silenzio parla Maggioli


Dopo giorni di silenzio il presidente della Camera di commercio dà la sua versione dei fatti: “Questa volta è lui a chiedere un passo indietro a chi avrebbe dato giudizi nei tempi e nei modi sbagliati o a chi, come Rifondazione comunista, ha annunciato una mobilitazione contro il numero uno dell’ente”, scrive la Voce di Romagna a pagina 15.


E il Resto del Carlino a pagina 8 precisa ancora meglio: “il presidente della Camera di commercio ne ha anche per il sindaco Adrea Gnassi e il presidente della Provincia Stefano Vitali, tra i primi a chiedergli di dimettersi. «In questi anni la Camera ha interloquito con le istituzioni solo per rappresentare gli interessi e i bisogni delle imprese e non è mai intervenuta per metterne in discussione la legittimità di rappresentanza». E dei rappresentanti. Pare tra l’altro che Maggioli ce l’abbia con Gnassi e Vitali, usciti sui giornali senza aver annunciato prima al presidente la loro posizione”.


Bagnini, niente sconti


Brutta sorpresa per gli stabilimenti balneari. Ne parla il Carlino a pagina 2: “Con il nuovo regolamento per sanare gli abusi, i titolari delle spiagge tra il porto e Miramare andrebbero a pagare tra i 60mila e i 120mila euro, per mettere in regola giochi, attrezzature, pedane, gazebo, piante... Tariffe tutt’altro che riviste, quelle che ha presentato ieri mattina in commissione l’assessore al Demanio, Roberto Biagini. Ignorate quindi le richieste bipartisan di abbassare le sanzioni per i bagnini. Di sconti neanche l’ombra.”
Scrive Spadazzi: “Gnassi, assente ieri perché impegnato a Roma per la Questura, finisce per diventare il grande accusato. Sarebbe stato lui a impuntarsi sul regolamento, a decidere di non concedere sconti sulla sanatoria chiesti da maggioranza e minoranza”.


E i bagnini attaccano. Dalla Voce a pagina 11: «“Il sindaco si è sempre negato a questa categoria, e anche oggi non si fa vedere”. Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini Rimini sud e titolare del bagno 62, prende di mira prima di tutto Andrea Gnassi, assente ieri perché a Roma per un incontro sulla nuova Questura (vedi articolo a pagina 16). Dopodiché, Vanni - che ha preso la parola a fine commissione - rilancia: “Questa soluzione proposta è impraticabile per la nostra categoria, il tari ario è inapplicabile. Si va da 40-50mila euro di sanzioni come minimo a oltre 100mila euro”. Nel mirino ci finisce anche l’assessore Roberto Biagini: “E’ andato a Ravenna in Soprintendenza, ma a differenza dei suoi colleghi di altri Comuni è tornato con un pugno di mosche. Questa è una sconfitta politica, e noi da domani iniziamo a smontare tutto. Se questa è la spiaggia che volete, dovete almeno avere il coraggio di dirlo”».


E il più duro di tutti è il capogruppo del Pd Marco Agosta: “«Il documento presentato non è la sintesi che abbiamo condiviso in maggioranza». Papale papale? «Le cifre non sono quelle che auspicavamo. Non sono sostenibili. Il documento non è condiviso, non porta a un risultato condiviso. Quelle cifre non consentono agli operatori di pagare: noi chiediamo 20mila euro al massimo, qua si parte da 60mila e si sale. Il lavoro non è completato. Rimini ha una sua identità, ha una spiaggia che offre servizi. Se la giunta vuole fare cassa, non la farà perché i bagnini smonteranno tutto »”, si legge a pagina 3 del Corriere Romagna. Dall’altra parte il capogruppo del Pdl Giuliana Moretti dice: “L’amministrazione è solo «apparentemente spaccata». «Da una parte la giunta procede come un panzer, dall’altra la maggioranza prende le distanze e recita il copione di chi sta dalla parte degli operatori». Il Pdl invece vuole affrontare la questione al di fuori della stanze per «pochi intimi». E indica la via d’uscita. «Nonostante esista la legge sovraordinata che considera un danno al paesaggio tutto ciò che insiste sul demanio, crediamo che l’amministrazione abbia un ampio spazio di manovra. Non siamo a Capo Verde, la nostra forza sono i servizi. Non si può chiedere un esborso di 30-100mila euro a bagnino. Ciò che emerge è che l’amministrazione ha deciso di fare cassa in modo piuttosto pesante»”.


Rimini, tagliata fuori


Se non accade qualcosa, Rimini rischia di rimanere a margine di tutte le vie di comunicazione del futuro. E’ il grido d’allarme del presidente della provincia di Rimini Stefano Vitali: “Di questo passo, nel giro di 20 anni, la Riviera rischia di essere completamente tagliata fuori», a pagina 5 del Carlino. “No. Perché la recente riforma proposta dal ministro Passera sugli aeroporti, e la situazione di stallo della nuova Ss16, per non parlare della mancanza di investimenti sull’alta velocità dipingono un quadro devastante”.


Geometri: ma chi comanda a Rimini?


“«Ci chiediamo chi comanda a Rimini». Adriano Leardini, presidente dell’Ordine dei geometri, non usa tanti giri di parole per rappresentare il disagio delle professioni nel momento in cui salgono i gradini di Palazzo Garampi: burocrazia, giungla normativa, zero certezze, tempi infiniti. «Andiamo su e ci mandano giù, di qua, di là, otto assessori e nessuno dà una risposta». Solo una battuta? Ma va là. «Abbiamo una burocrazia che non ci dà certezza del diritto, dopo 35 anni di professione sono nelle condizioni di dovere dire a un cliente: non so cosa puoi fare». Per Leardini l’amministrazione ha perso un paio di treni importanti. «Uno è il Piano casa, interpretato come strumento per favorire l’abusivismo, invece avrebbe messo in moto le piccole attività. Abbiamo poi chiesto l’abbattimento degli oneri: negli ultimi anni sono stati rilasciati due o tre permessi di costruire, ma fra tutti i balzelli si arriva a 80-90 mila euro. In altre realtà li calano, Rimini continua ad alzarli», riporta Marco Letta per il Corriere Romagna. Tutto questo mentre continua la crisi dell’edilizia. E’ sempre il Corriere Romagna a dedicare un approfondimento. E’ il presidente dei costruttori Ulisse Pesaresi a lanciare l’allarme: «Il settore edile è al collasso, la situazione è drammatica. A Rimini diminuisce il numero delle aziende, dei posti di lavoro, delle ore e degli iscritti agli ordini professionali. Occorre invertire drasticamente la rotta adottando soluzioni immediate e condivise fra tutti gli attori del sistema. Lo abbiamo già ribadito in diverse occasioni, però non è successo nulla. Se l’edilizia va in crisi, ne risente l’80 per cento delle categorie economiche: un milione di lavori nell’edilizia ne smuove un altro 1,8 in settori diversi».


Aeroporto deve dimezzare gli utenti


Brutta notizia per Masini e l’aeroporto di Rimini. A pagina 13 della Voce si legge che: “Un altro fulmine sullo scalo. Un vero smacco per Aeradria, la società di gestione, che ha ricevuto nei mesi scorsi diverse ispezioni dell’Enac a cui non sono piaciute le troppe disfunzioni riscontrate. Morale della favola, lo scalo dovrà per il momento limitare il numero di passeggeri a quelli del 2009. Il motivo? Un milione e passa sono troppi e la struttura non è attrezzata per gestirli. Il taglio agli utenti imposto dagli uffici di Venezia - dove il presidente Massimo Masini è stato convocato anche di recente - è drastico: invece dei 920.549 passeggeri del 2011, e del milione abbondante previsto per il 2012, l’aeroporto potrà averne solo 383mila”.