Metromare: “parte o non parte?”. La Uil chiede chiarezza

Mercoledì, 23 Ottobre 2019

(Rimini) “Il Trc poi Metromare, che Noi, la UIL in tempi non sospetti, avevamo ritenuto opera troppa costosa così come si è rivelata, opera pensata 30 anni fa poi rivisitata, decisa dalla politica sulla testa dei cittadini riminesi e riccionesi, essendo stato impossibile bloccarla, cosa possiamo fare oggi per impedire ulteriore sperpero di denaro pubblico?”. E’ la domanda di Giuseppina Morolli, della Uil di Rimini, dopo aver assistito tra gli uditori alla commissione comunale che ha trattato l’avvio della fase sperimentale. “Siamo rimasti allibiti in quanto si intende far partire il Metromare il 23 novembre in fase sperimentale, per poi fra tre mesi, quando arriveranno i nuovi mezzi dal Belgio fermarlo, per poi farlo ripartire di nuovo. A cosa serve avere tanta fretta? Perché non dire la verità ai cittadini, in maniera chiara e trasparente, capirebbero meglio, “errare è umano perseverare è diabolico”. Perché non farlo partire quando ci saranno i nuovi mezzi? Abbiamo aspettato tanto, perché buttare via soldi inutilmente?”. E non è questa l’unica perplessità.
“A cosa serve un’opera che non raggiunge gli alberghi, le altre infrastrutture esistenti sul territorio (aeroporto, fiera, ospedale)? Secondo noi occorre fare il possibile per evitare l’impatto disastroso che ha già prodotto e sta producendo. Per raggiungere l’aeroporto si utilizzerà un tapis roulant, ma siamo su scherzi a parte? Vorrei sapere chi è il genio che ha avuto questa idea. Inoltre si intende collegare il Metromare con la fiera, ma non si poteva progettare prima? Lungimiranza politica zero, si vive alla giornata, non si programma in maniera seria sul medio e lungo periodo. Va di moda il dilettantismo in questo territorio”.
Altra questione: la Linea 11 da Rimini a Riccione. “Oggi esistono 49 fermate il Metromare ne fa 11, come si ovvierà a questa cosa? Su chi ricadranno i costi?. Non vogliamo essere cassandre, ribadendo non solo la dubbia utilità di un'opera simile, ma anche la certa perdita di gestione che quest'opera si porterà dietro nel tempo e che dovrà essere coperta con la fiscalità generale e cioè con le tasse. Tanto poi per ripianare c’è chi paga, i soliti noti : lavoratori dipendenti e pensionati. Noi questa tesi la sosteniamo da sempre perché cari cittadini, cari lavoratori, cari pensionati dei Comuni di Rimini e di Riccione vedrete che il peso di una futura gestione deficitaria ricadrà sulle nostre spalle”.