Rimini: aumenti Irpef, buchi di bilancio e gioco delle tre carte

Lunedì, 11 Marzo 2019

I conti non tornavano già al momento della predisposizione del bilancio 2019. Ecco perché adesso l’amministrazione comunale è corsa ai ripari approvando l’inasprimento delle addizionali Irpef fino quasi a triplicarle, per un totale di 4,8 milioni. Lo si desume mettendo insieme alcuni dati e la prossima variazione di bilancio che approderà in consiglio comunale.

L’approvazione del bilancio per l’anno successivo è il momento in cui un’amministrazione compie le proprie scelte e programma le proprie attività. Devono tornare entrate e uscite, altrimenti il bilancio non può essere approvato. Se i conti non tornano, si può fare ricorso a qualche espediente simile al gioco delle tre carte, come ha osservato il capogruppo di Rinascita Civica Mario Erbetta. Ed è la strada che a quanto pare ha seguito l’amministrazione comunale di Rimini.
Dal prospetto della variazione di bilancio che sarà esaminata in commissione il 14 marzo, si apprende che alcune spese correnti (verde e illuminazione pubblica), pari a 3,2 milioni di euro, erano state coperte dai proventi da oneri di urbanizzazione che in realtà per legge dovrebbero essere destinati agli investimenti. Lo avevano evidenziato nella loro relazione anche i revisori dei conti, anche se loro indicavano una somma più bassa, 2,3 milioni. In ogni caso l’equilibrio di bilancio era stato garantito da un’operazione che secondo una legge entrata in vigore nel 2018 non è più praticabile.
Ora l’amministrazione comunale cambia le carte in tavola. I 3,2 milioni degli oneri di urbanizzazione tornano a finanziare gli investimenti, ai quali si aggiunge un altro milione derivante dall’addizionale Irpef. I 4,2 milioni così risultanti vengono spesi nel seguente modo: 3,7 per il bando periferie, 250 mila euro per la scuola di Gaiofana e 150 mila euro per altri interventi nelle scuole. Gli altri 3,8 milioni derivanti dall’aumento dell’addizionale Irpef vanno a coprire verde e illuminazione pubblica (3,2 milioni), la stagione lirica al Teatro Galli (160 mila euro), il ripristino del fondo di riserva (200 mila), il costo del trasporto pubblico locale (130 mila), alcuni rimborsi Tari (60 mila).

Se questa è l’operazione contabile, resta da capire perché a dicembre sia stato approvato un bilancio che “nascondeva” le difficoltà di far quadrare i conti. Forse non si voleva rovinare la festa e l’entusiasmo per la riapertura del Teatro Galli facendo capire ai cittadini che presto sarebbe arrivato un conto da pagare? O forse i vari passaggi di questa brutta storia erano già preventivati perché l’amministrazione aveva capito che il governo avrebbe sbloccato l’aumento delle addizionali e aveva stabilito che quell’opportunità sarebbe stata immediatamente colta per mettere a posto il bilancio? Non possiamo sapere che ragionamenti abbiano fatto nelle segrete stanze di Palazzo Garampi, certo è che la decisione presa e il metodo seguito hanno gravemente compromesso il rapporto con l’opinione pubblica e con i cittadini contribuenti.

Se poi si osserva il bilancio e la relazione dei revisori dei conti, si scoprono altri particolari che mettono in luce quanto l’equilibrio finanziario sia molto instabile. Anche per il 2019 è stata posta fra le entrate la somma di 6 milioni di euro derivante dal recupero dell’evasione Imu, l’imposta sugli immobili. Ma è una somma effettivamente recuperabile? Nella nota al bilancio 2018, a proposito di recupero dell’evasione Imu si può leggere del “problema dell’aumento progressivo, anche tra posizioni minori, dei crediti di dubbia esigibilità, per cui, a fronte di un’attività corposa sia per numero di atti da emettere, che per importi, solo una piccola percentuale di essi potrà essere incassata”. Non solo. Nella nota integrativa al bilancio preventivo 2019 si afferma che la difficoltà di incasso riguarda l’imposta come tale. Si legge infatti che la crisi economica “continua ad intaccare anche il gettito di competenza, a causa del progressivo ampliamento del numero dei soggetti insolventi. La relativa previsione di entrata non potrà che risentirne”.
Mettendo insieme queste considerazioni (nero su bianco in documenti del Comune) si capisce che c’è una evidente difficoltà incassare la totalità del gettito dell’Imu che, teoricamente, ammonta a 45 milioni.

Un altro capitolo riguarda l’indebitamento del Comune che a inizio 2019 ammontava a 92 milioni. Nella loro relazione i revisori dei conti scrivono due osservazioni che fanno pensare. Si sentono in obbligo di ricordare che “il ricorso all'indebitamento da parte delle dei comuni è consentito esclusivamente per finanziare spese di investimento”. Ricordano inoltre che sull’indebitamento pesa ancora la lettera di patronage sottoscritta a garanzia del mutuo di 46,5 milioni con Unicredit per la costruzione del palacongressi. “Su tale questione – aggiungono - la Corte dei Conti ha richiesto chiarimenti con nota prot. n. 288904 del 22.10.2018 e sta effettuando le proprie valutazioni”. La quotazione in Borsa di IEG, con il conseguente ricavo di 18 milioni, doveva servire anche per chiedere a Unicredit di revocare la lettera di patronage che, secondo la Corte dei Conti, è da ritenere forte, cioè incidente sull’indebitamento complessivo dell’ente. La quotazione in Borsa è saltata e la lettera di patronage continua ad essere un’inquietante spada di Damocle.