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Qualità della vita, Rimini sale di sette posizioni

Lunedì, 17 Dicembre 2018

(Rimini) E’ Bologna la provincia dell'Emilia-Romagna dove si vive meglio. A stabilirlo è la tradizionale classifica redatta dal Sole 24 Ore, giunta quest'anno alla sua 29/ma edizione. Secondo il quotidiano economico finanziario, Bologna si piazza in 7/a posizione, scalando sette gradini rispetto al 2017. Dietro il capoluogo regionale, 11/o posto per la Provincia di Ravenna che scala 12 posizioni rispetto al 2017, 15/o per Modena (+11 sul 2017), 18/o per Reggio Emilia (-2), 20/o per Rimini (+7), 25/o per Forlì-Cesena (-7), 29/o per Parma (-7), 40/o per Piacenza (-5) e 47/o per Ferrara (-2).
A livello nazionale svetta la provincia di Milano davanti a Bolzano e Aosta. Fanalino di coda Vibo Valentia. La fotografia sulla qualità della vita è scattata considerando 42 parametri per ciascuna provincia suddivisi in sei macro-aree tematiche: Ricchezza e consumi, Affari e lavoro, Ambiente e servizi, Giustizia e sicurezza, Demografia e società e Cultura e tempo libero (Ansa).

"“Il Sole 24 Ore fa entrare la provincia di Rimini tra le top 20. Molto bene ma permettermi un ma. Un ma riferito alla certezza del perso relativo di queste analisi di fine anno nell’esatta individuazione della traiettoria di un territorio. Del resto, pochi giorni fa un altro quotidiano economico non aveva affermato il contrario? Cifre e numeri, apparentemente le stesse. Agli antipodi le conclusioni e dunque pressoché inutile trarne valutazioni definitive. Di queste graduatorie forse vale la pena trarne indicazioni di lavoro un po’ più a largo raggio. Ad esempio, la presenza di ben cinque province del’Emilia Romagna nei primi 20 posti della graduatoria. Oppure il trend in salita di Rimini nell’ultimo biennio, nello stesso momento in cui altre province fanno più fatica. In generale l’area riminese spicca sempre, e quest’anno ancora di più, per i servizi alle persone, non solo sotto forma dell’accoglienza turistica e dell’offerta culturale (leader nel Paese) ma anche negli indici ambientali, nel numero di imprese innovative (quinti in Italia) e in altri indicatori che poi si sintetizzano in un’alta aspettativa di vita media (quarti) e in un’ottima capacità di attrattore di nuove residenze interne, perché sul territorio riminese, al di là delle analisi, si vive bene e la persona ha ancora un valore vero. In questo direzione dobbiamo lavorare: le persone, il loro benessere, la loro sicurezza in ogni ambito. Dobbiamo avere la capacità di continuare il processo di ammodernamento strutturale- la cultura come asset di sviluppo al posto della predominanza del cemento, la riconfigurazione delle città come luogo di libertà e relazioni, la convinzione che ricchezza e lavoro siano risultanze di un nuovo modo e più sostenibile di approcciarsi al tema della crescita- senza indugi o ripensamenti. E in questo senso chiedendo anche allo Stato di fare lo Stato, e cioè rispettando i propri impegni con i riminesi sia sul fronte di importanti progetti di riqualificazione urbana (bando periferie) che mantenendo quanto da esso stesso sottoscritto sul fronte del passaggio di categoria della Questura e sulla soluzione alla vergogna della nuova sede in via Roma. In ogni caso i trend dimostrano come possiamo avere un ruolo primario nella parabola di tutto il Paese, modernizzando e quindi esaltando le nostre capacità, il nostro modello di sviluppo, che per avere senso e forza può fare a meno di essere invasivo”, commenta il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi.


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