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Ior, charity dinner al Grand Hotel

Giovedì, 22 Novembre 2018

(Rimini) Domani dalle 20, la splendida location del Grand Hotel di parco Federico Fellini apre le porte alla solidarietà. Si terrà infatti il charity dinner di Rimini, evento che vede unite due grandi realtà del territorio e della lotta contro il cancro: l’Istituto oncologico romagnolo e l’Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma di Rimini, che hanno deciso di fare squadra per poter donare speranza a tutti i pazienti colpiti da tumori ematologici.

Il ricavato della serata, che vede il Grand Hotel e la Famiglia Batani quali partner d’eccezione, verrà infatti dedicato ai progetti di ricerca riguardanti le leucemie acute, il tipo di tumore più comune tra i più giovani. Secondo i dati Airtum rappresentano oltre il 25 per cento di tutti i tumori dei bambini: più in dettaglio, la leucemia linfoblastica acuta rappresenta l'80 per cento di tutte le leucemie diagnosticate fino a 14 anni, mentre quella mieloide acuta si attesta sul 13 per cento.
Lo Ior punta al cuore della generosità del tessuto sociale, imprenditoriale e politico riminese che prenderà parte all’evento. Saranno presenti Patrizia Tosi, Responsabile del Reparto di Ematologia dell’Ospedale Infermi di Rimini, Giovanni Martinelli, ematologo di fama internazionale e attuale Direttore Scientifico dell’Irst Irccs, Dino Amadori, presidente Ior. Tanti saranno anche i volontari delle due associazioni, mentre Roberta Pericoli, responsabile del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Infermi di Rimini, impossibilitata ad essere presente, interverrà con un videomessaggio.
«AIL e IOR sono due importantissimi partner della nostra Unità – ha spiegato Pericoli – vedere queste due realtà fare squadra per combattere una patologia che tocca da vicino i pazienti che frequentano il Reparto e le loro famiglie non può che farmi piacere. La leucemia è infatti la neoplasia più frequente nel bambino, ma è anche una di quelle per cui sono stati compiuti i progressi maggiori, fino a raggiungere percentuali di guarigione che raggiungono l’80% o, in alcuni casi, anche il 90%. Oggi quello che si cerca di fare nei bambini affetti da leucemia è di ridurre carico terapeutico e, di conseguenza, effetti collaterali per tutte quelle forme che si sanno essere a prognosi migliore: per tutte le altre, e ne esistono ancora una certa quota, si stanno aprendo nuovi orizzonti farmacologici già testati nell’adulto e che stanno per essere utilizzati anche nel bambino. In questo modo speriamo veramente di riuscire a dare a tutti i nostri pazienti la possibilità di diventare adulti».

 


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