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Profughi, il vicesindaco Lisi ha incontrato i 30 del corridoio umanitario di Salvini

Lunedì, 19 Novembre 2018

(Rimini) “L’immagine che oggi mi porto a casa è quella dell'abbraccio spontaneo, appena varcata la soglia della struttura che oggi li accoglie, con donne che non conosco e di cui non comprendo la lingua, e quello con i loro bimbi che giocavano in spiaggia sugli scivoli, con le maniche corte tanto era l'entusiasmo per quei giochi finalmente anche loro”. Così il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi racconta il suo incontro, questa mattina, gli ultimi profughi arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari. In totale 50 eprsone, una trentita è ospitata a Rimini dalla Papa Giovanni. Alloggiano all’albergo sociale. “Il loto volto sereno vale più di tutto, più delle parole, delle ideologie, delle convenienze, dei conti. Sono facce che raccontano storie di soprusi e violenze difficili da spiegare a parole”.

Vengono da Etiopia, Eritrea, Camerun, Somalia, Sudan, “parlano decine di lingue e dialetti diversi, nessuno conosciuto da noi europei. Ci sono e non possiamo fare finta che non esistono. Se sono qui è perché, come nella sua tradizione, la Papa Giovanni XXIII ha chiesto a Nazioni Unite e Governo di occuparsi di quelli che non voleva nessuno, degli ultimi tra gli ultimi, donne, bimbi e disabili in fuga da guerre fratricide e sanguinarie”.  Oggi sono a Rimini “e non spetta solo a questi splendidi volontari, che non smetterò mai di ringraziare, ma a tutti i riminesi prendersene cura. Il Comune farà la sua parte, e anche l'Ausl, con cui sono già in contatto per garantire la necessaria assistenza sociale e sanitaria”.

L'auspicio è che “non si tratti di uno spot, ma di un progetto strutturale che si integri, e non sostituisca, agli altri progetti coordinati dagli Enti Locali, come gli Sprar. Oggi è un momento di festa e non voglio parlare di altro, però lo ribadisco; il decreto sicurezza rischia di mandare in strada tanti migranti già ospitati nelle strutture del riminese. A Rimini abbiamo dimostrato che una integrazione che vada oltre all'accoglienza è possibile”. Gli Sprar “funzionano, per questo abbiamo da tempo fatto richiesta per un ampliamento del progetto, in accordo con le altre Istituzioni e il Prefetto, con cui collaboriamo tutti i gironi. Bene i corridoi umanitari, bene l'accoglienza, ma per una reale integrazione c'è bisogno del coinvolgimento attivo e diretto anche degli Enti locali”, sottolinea Lisi.
“Non è facile, ma è possibile, lo dobbiamo a persone come loro, che chiedono solo di poter vivere e crescere i figli in pace, lontano dalle guerre e, se possibile, anche dalle terribili ferite, fisiche e psicologiche, che si portano dietro”.


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Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

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