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Attacco alla Publiphono, nasce il comitato ‘No spam sonoro in spiaggia

Giovedì, 25 Ottobre 2018

(Rimini) Parlano di vero e proprio “disturbo acustico provocato dall'agenzia pubblicitaria in monopolio de facto (da 70 anni "Publiphono s.r.l."), alla luce delle crescenti esigenze di qualità ambientale e di pulizia del paesaggio (anche sonoro) espresse da un turismo più sofisticato e maturo”, gli attivisti del comitato ‘No spam sonoro in spiaggia’. Per loro, addirittura, “è da considerare retaggio di epoche passate, e non più tollerabile”.
Il comitato , “fiducioso che una valutazione politica serena porterà alla cessazione di tale disturbo sin dalla prossima stagione”, si è mosso denunciando in Regione, in settembre, un paradosso: “ lo spam sonoro, ovvero la reclame strillata da altoparlante, è vietato in tutte le aree pubbliche del comune di Rimini, tranne che in spiaggia”, fa notare il referente del comitato, Enrico Gorini.

La Publiphono dal 1947 ha acquisito dalla Capitaneria di Porto il diritto di difofndere sull’arenile messaggistica pubblicitaria, in cambio di qualche annuncio di pubblica utilità (quelli relativi ai bambini smarriti o al cambio di bandiera per i bagnini). “La concessione - spiega Gorini - è rimasta blindata fino ad oggi, anche dopo il cambio della guardia fra Capitaneria e Regione”. Secondo Gori, inoltre, “il servizio pubblico di rintraccio-bimbi, svolto tramite altoparlante, dato il costo modesto, potrà essere facilmente sostenuto dall'ente pubblico interessato, tramite servizio interno o tramite gara e affidamento all'agenzia più competitiva”.
Gorini ha ora depositato un'istanza alla Regione Emilia-Romagna (e per conoscenza al Comune), invitando a valutare il fenomeno dal punto di vista della qualità turistica. A sostegno, solleva quattro questioni di legittimità. “Non esiste alcun atto normativo che facoltizzi i privati a fare (o l'ente pubblico a concedere) pubblicità sonora in area pubblica; non esiste un atto amministrativo che contenga un'esplicita autorizzazione all'emissione sonora. Esiste solo una concessione regionale di uso del suolo per pali di cemento tipo torsello (n.112 pali per cui viene pagato un canone onnicomprensivo di € 515.20), ed esistono due "ordinanze balneari", della regione e del comune, ma nessuna esplicita autorizzazione di spam sonoro”, sottlinea Gorini. “Probabilmente non è neppure "autorizzabile", in assoluto, l'inquinamento pubblicitario su beni di rilevanza paesaggistica (L. art.142 c.1 lett.a) del d.lgs.42/04)”.


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