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Quanto costano le microaree? Interrogazione di Marcello (FI) e la risposta di Lisi

Giovedì, 21 Giugno 2018

Non accenna a placarsi la polemica politica sul progetto delle microaree e delle casette per i nomadi di etnia Sinti che devono lasciare il campo abusivo di via Islanda.

Sul tema è tornato in consiglio comunale Nicola Marcello, di Forza Italia, che ha presentato un’interrogazione che aveva come scopo finale la proposta di ritirare la delibera.

Marcello ha comunque chiesto chiarimenti su aspetti della delibera su cui ancora non c’è piena chiarezza. Marcello ha anche rilanciato la sua antica proposta di sistemare a costo zero i nomadi negli immobili (ex scuole) di proprietà comunale.

Ecco le sue domande: “A quanto ammontano i costi previsti per l’acquisto delle casette con tutti gli annessi servizi igienico-sanitari previsti ( lavabo, cucina, wc docce, pavimenti adeguati)? A quanto ammontano i costi preventivati per gli allacci di luce, acqua, gas, realizzazione di impianti fognari, vasche di scarico, realizzazione di marciapiedi esterni, del verde ed eventuale perimetrazione di superficie che in due/tre casi superano quelli di un campo di calcio ( Montepulciano , Cupa, Orsoleto)? Da chi sono stati comprati i terreni, a che prezzo e quanto valgono oggi secondo la loro classificazione urbanistica? Per quale motivo non figura nella delibera la mancata risoluzione del contratto in caso di morosità degli inquilini? A Bologna sono nati dei “Comitati di progetto di cittadini” per valutare la corretta allocazione dei Sinti e difatti uno dei tre è stato già bloccato anche a seguito delle proteste dell’ASCOM. A Rimini i cittadini saranno parte attiva o solo passiva come avvenuto fino adesso? A cosa servono i costi per sostenere l’istruzione, la formazione , trattandosi di cittadini italiani ed a chi sarà affidato questo compito ? L’assistenza e la tutela sanitaria non lo hanno trattandosi già di cittadini italiani ? Non sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale si confrontasse con i cittadini, abrogasse tale delibera e sistemasse i Sinti di via Islanda in immobili di proprietà in attesa di soluzioni abitative convenzionali e senza spendere più inutilmente soldi per i nomadi come fece già nella rottamazione del 2000?”.

Alle domande, non senza qualche punta di polemica, ha risposto l’assessore ai servizi sociali Gloria Lisi.

L’assessore Lisi ha definito la proposta delle scuole “Un ottimo slogan, che però ha il difeto di non tenere conto del costo derivante dal mancato introito dela vendita delle ex scuole. Inoltre non tiene conto dei costi derivanti dalla sistemazione ad uso abitativo delle ex scuole. L’Amministrazione l’aveva già verificato ed il risultati erano stati scoraggianti. Le arre non saranno cedute e quindi restano nel patrimonio comunale. Le casette, che saranno reperite sul mercato dell’usato, costano dai 12 mila ai 15 mila euro. Gli allacci per le varie utente variano dai 35 mila ai 50 mila euro. Quando in consiglio comunale arriverà il progetto il definitivo anche i costi, ha sostenuto Lisi, saranno più precisi. I cittadini hanno 45 giorni per far pervenire osservazioni e proposte sull’attuale delibera. Non è pensabile di sistemare le famiglie Sinti, cittadini riminesi, con l’edilizia popolare perché non hanno alcun diritto a superare in graduatoria le altre 1.550 famiglie. Ogni anno vengono assegnati 50 alloggi e non si può tenere in vita via Islanda per un così lungo periodo.

Marcello si è dichiarato insoddisfatto e ha trasformato l’interrogazione in mozione.


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