Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

Mansarda Tosi, gli ‘accusatori’: Esposto su iter amministrativo, non su abuso

Venerdì, 15 Giugno 2018

(Rimini) “Non è assolutamente nostra volontà usare la magistratura per fini politici”, lo precisano i capigruppo di Pd, Patto civico-Oltre e Movimento 5Stelle di riccione in merito all’esposto presentato circa l’abuso edilizio riscontrato alla palazzina di proprietà della famiglia del sindaco, Renata Tosi. “Per questo non era nostra intenzione parlare sui giornali di questo esposto. Avevamo deciso per il silenzio assoluto proprio per rispettare il lavoro della Magistraturm stessa che dovrà esprimersi in merito ai fatti che sono stati esposti come emersi a seguito di regolare accesso agli atti, evenienza che - per legge - obbligava i consiglieri comunali a notiziare la Procura. Ma visto che – purtroppo - è già uscita la notizia sulla stampa è allora opportuno mettere un po' d’ordine”, spiegano.
“L’esposto, presentato contro ignoti, non ha ad oggetto l’abuso edilizio in sé, già oggetto di diverso procedimento tuttora pendente. L’esposto ha ad oggetto ciò che è avvenuto dopo, negli uffici del Comune e più precisamente negli uffici dell’edilizia privata (il cui assessore è il sindaco Renata Tosi) in relazione alla pratica relativa all’abuso edilizio della cittadina Renata Tosi. Il risultato dell’accesso agli atti, fatto dai rappresentanti della minoranza, ha evidenziato in modo palese gravi situazioni che si sono venute a creare nella gestione di questa pratica. Per farla breve: la tipologia dell’abuso non era sanabile; le alternative erano due: la demolizione o il sanzionamento. Per ottenere il sanzionamento era necessario dimostrare che la demolizione avrebbe causato problemi strutturali alle altre parti dell’edificio; ed infatti sindaca e fratelli hanno allegato una perizia giurata che attestava questo”.

A quel punto “rimaneva solo la strada del sanzionamento che significa mantenere l’abuso ma pagare come sanzione il doppio del valore venale delle superfici ottenute con l’abuso. E questo è quello che è stato chiesto da Sindaca e fratelli, al punto che la Provincia ha quantificato il valore venale in 18.678,60 euro. Il sanzionamento per mantenere l’abuso quindi comportava il pagamento di € 37.357,00 (il doppio del valore venale)”.
Invece “gli uffici hanno archiviato il procedimento di sanzionamento a seguito di una scia da ritenersi illegittima, e sindaca e fratelli non hanno pagato la somma di 37.357 euro,  che quindi non è stata incassata dal Comune, e l’abuso è rimasto dov’era. Con buona pace dell’assessore all’edilizia privata Renata Tosi”.
In definitiva, “la valutazione sul come si sia giunti a tale risultato e se a tal riguardo vi siano state pressioni sugli uffici, così come se a cagione di tali pressioni gli stessi uffici abbiano infine avvallato l’illegittima gestione della pratica, è proprio il compito demandato alla magistratura. Si deve rimarcare con forza, date le strumentalizzazioni e le letture fantasiose che già emergono, che era un preciso obbligo, prima ancora che un dovere, per i consiglieri comunali, riferire alla magistratura le ipotesi di reato di cui erano venuti a conoscenza: l’articolo 357 del codice penale li identifica quali pubblici ufficiali; l’articolo 331 recita che “i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell'esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di un reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto”. Forse al sindaco non è nota la differenza tra obblighi di legge ed utilizzo della magistratura per fare politica”.


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram