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Moda, sistema romagnolo in crescita

Lunedì, 27 Novembre 2017

(Rimini) ‘Sistema moda’, imprese in crescita secondo quanto emerge dal report elaborato dalla Camera di commercio della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini). Nel medio periodo (secondo trimestre 2017 su secondo trimestre 2012) si è registrato un aumento pari all'1,4% delle localizzazioni contro un calo del 10,4% in regione e del 5,7% in Italia. Nello stesso periodo il totale delle localizzazioni manifatturiere del territorio è diminuito del 4,1%.
Ragion per cui “è importante - per il presidente della Camera di commercio, Fabrizio Moretti - realizzare, per quanto possibile, azioni condivise valorizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione e lavorando con le imprese driver in un'ottica di filiera per aggregare intorno a loro il maggior numero possibile di piccole e medie imprese e coinvolgerle in percorsi di innovazione e di internazionalizzazione”.

Al 30 giugno 2017, complessivamente il ‘Sistema moda’ (costituito da produzione di tessuti, abbigliamento, calzature e accessori) consta di 1.053 imprese attive (6.795 in regione e 83.154 a livello nazionale) e rappresenta in termini di incidenza l'1,5% delle imprese totali dell'area Romagna rispetto all'1,7% in regione e all'1,6% a livello nazionale. Le imprese artigiane attive sono 843 e rappresentano una parte significativa del settore (l'80% del totale). Le localizzazioni attive (imprese e unità locali) sono complessivamente 1.266 con circa 7.900 addetti. La dimensione media è di 6,2 addetti, superiore sia quella media regionale (4,7) che nazionale (4,8). Il 5,9% delle localizzazioni ha oltre 50 addetti.

In termini di "strutturazione" del settore, le localizzazioni riconducibili a società di capitale sono il 27%; dato in linea con quello regionale (26,7%) ma inferiore a quello nazionale (34,4%).
Rispetto al totale delle localizzazioni (1.266): il 12% è costituito da industrie tessili, il 50% produce confezioni di articoli di abbigliamento e articoli in pelle e pelliccia, il 37% fabbrica articoli in pelle (per la maggior parte calzature) e l'1,2% altre parti per calzature. Le "start up innovative" riconducibili al settore moda sono relativamente ancora poche (3).

Le esportazioni di "prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori" (comprese le calzature) nel 2016 sono state pari a 1.133,3 milioni di euro con una variazione di medio periodo (rispetto al 2012) del -4% (-12,4% articoli di abbigliamento e -1,3% calzature). I principali paesi di destinazione sono: Russia, Stati Uniti, Hong Kong, Francia, Regno Unito, Germania, Polonia e Cina. Nel medio periodo, fra le principali destinazioni, la crescita delle esportazioni più intensa si è registrata verso la Cina (+125,8%), il Regno Unito (+81%), gli Stati Uniti (+63%) e Hong Kong (+61,2%). Da evidenziare il calo della Russia (-62,2%) e l'embargo che ha colpito in modo particolare le calzature.

Nei primi sei mesi del 2017, secondo il Monitor dei Distretti di Intesa Sanpaolo, l'Abbigliamento di San Giovanni in Marignano (Rimini) ha fatto rilevare un +4,2% rispetto allo stesso periodo del 2016; le Calzature di San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena) un + 4,7%. Da evidenziare, per la Camera di commercio, che “sia il distretto dell'Abbigliamento di Rimini sia quello del Calzaturiero di San Mauro Pascoli sono aree di rilevanza nazionale per le rispettive specializzazioni produttive e sono caratterizzati dalla presenza di imprese con brand prestigiosi e da produzioni di lusso e di alta qualità intorno alle quali ruota una rete di fornitori e terzisti, flessibili con elevate competenze e in grado di offrire prodotti di qualità e personalizzati”.


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