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Nomadi, Pd: Mai rotto accordi

Mercoledì, 22 Novembre 2017

(Rimini) Il segretario del Pd di Rimini, Vanni Lazzari, interviene sulla rottura in maggioranza in merito al programma di chiusura del campo nomadi di via Islanda progettato dal Comune di Rimini. In particolare, sembra sia pronto un nuovo piano che prevede la realizzazione di sole tre microaree nomadi, per le quattro famiglie sinte che non hanno accettato di andare ad abitare in appartamento, su un totale di undici nuclei da ricollocare.
Pare che in occasione dell’utima riunione dei gruppi di maggioranza, il capogruppo di Patto civico Mario Erbetta, abbia abbandonato il tavolo, perché secondo accordi precedentemente pattuti, l’amministrazione avrebbe assicurato di non traslocare più di una famiglia nomade per quartiere, si legga microarea individuata. Nella nuova ipotesi, che porta le aree da cinque a tre, due famiglie sarebbero nello stesso posto.

“Sul tema che riguarda il superamento del campo nomadi di via Islanda il Partito democratico ha sempre giocato la carta della responsabilità nel rispetto dei valori di integrazione e accoglienza che caratterizzano il nostro agire. Sin dall’inizio, quando consapevoli della miccia sociale e propagandistica che si sarebbe attivata abbiamo richiesto all’amministrazione tramite un’interrogazione consigliare che ogni possibile soluzione sarebbe dovuta scaturire all’interno di un processo basato sul confronto tra i gruppi della maggioranza e successivamente riportando la discussione verso tutta la città, per sfatare la prevedibile onda di mistificazione che nei fatti si è poi concretizzata nella forma di un comitatismo il più delle volte a difesa del proprio pezzo di territorio. La conoscenza, l’ascolto reciproco di tutte le parti in causa, la sintesi che una forza di governo deve necessariamente produrre per rispondere adeguatamente alle necessità nel segno dell’interesse generale”, spiega Lazzari.

“In questi 16 mesi abbiamo lavorato in questa direzione, responsabilmente, con la necessaria discrezione che deve accompagnare la ricerca di soluzioni condivise, senza accattivarci il consenso annunciando l’esclusione di ipotetiche aree come un trofeo da depositare in calce a qualche curriculum politico o civico. In particolare il Partito Democratico nella sua forma più estesa del gruppo dirigente, dai segretari di circolo ai rappresentanti consiliari, ha prodotto a fine luglio una proposta da riportare all’interno della discussione della maggioranza dove le esigenze della famiglie Sinti coinvolte si conciliavano con 5 aree individuate sul territorio della Città e della quale si attendevano solamente i conseguenti atti amministrativi. Le modifiche intervenute in questo ultimo periodo nella composizione degli elementi in causa, in particolare la diminuzione delle famiglie interessate e la proposta di riduzione delle aree, si presenta come un ulteriore passaggio che l’amministrazione ha condiviso con la maggioranza solo nell’ultimo incontro e di cui il Partito Democratico ha preso atto. La nostra posizione non è mai cambiata, quindi le ricostruzione che attribuiscono al Gruppo Pd la responsabilità della rottura di un accordo già siglato sono totalmente prive di fondamento”.


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