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Riccione, stagione con luci e molte ombre. "I turisti solo nei week end"

Venerdì, 25 Agosto 2017

(Riccione) Durate l'ultima camapgna elettorale, è stata eevocata a più riprese la bella Riccione che detta le mode. Alla fine della stagione, Claudio Tamburini, imprenditore del Mojito, sul Marano, e pure candidato sotto le insegne di Patto Civico, si è sentito in dovere di far sapere ch quella Riccione non esiste più. E che al di là del Marano, come del resto al di qua, il turismo è diventato un insiee di week end.

“La stagione estiva 2017 - scrive Tamburini - si avvia alla conclusione tra luci e ombre. Un ferragosto positivo e segnali di ripresa non cancellano le criticità con cui occorre fare i conti. Non bastano i numeri positivi di questo mese, in crescita rispetto agli scorsi anni per archiviare con un sorriso quest’estate. Dobbiamo fare i conti con un fatto ormai evidente. Riccione è diventata meta del weekend. È una realtà sotto gli occhi di tutti. Ho parlato con tanti altri imprenditori, commercianti, albergatori e ristoratori. I turisti arrivano venerdì, sabato e domenica. Non siamo riusciti a stare al passo con le nuove tendenze leisure e esigenze dei turisti. Riccione che detta le mode non c’è più. Ci siamo seduti su questa immagine e facciamo fatica a ripartire. Il tutto nonostante qualche bella novità. La spiaggia del Marano, finalmente, incomincia a avere un assetto più equilibrato e positivo. Sono arrivati imprenditori seri, che investono con progetti di lungo termine, vedi Samsara o Beach Club"

Comunque non è solo la spiaggia o il modno della notte: ."Scontiamo tutti un trend negativo che riguarda la città. Per superarlo tutte le categorie del nostro settore devono sedersi a un tavolo discutere e programmare. Innovazione e rilancio si fanno tutti insieme o non le si fanno per nulla. Il mercato turistico è sempre più competitivo e difficile, se non alziamo massa critica e uniamo forza di comunicazione del nostro prodotto, ci releghiamo a luogo da fine settimana. Le scelte dei giovani ce lo dimostrano. Ci sono turisti che vengono al nostro bagno da 60 anni. Arrivano a giugno e il loro figli, ormai quarantenni, a luglio. Ma i loro nipoti, i millenials, no. Vanno da altre parti. Soprattutto, abbiamo bisogno di turisti con buona propensione di spesa, che cenano al ristorante, fanno shopping, frequentano il locali. Dobbiamo dargli motivi per farlo da noi. L’indagine di Federalberghi di inizio agosto dice che cresce nuovamente il numero degli italiani in vacanza, più di 34 milioni, ma lo fanno per un giorno in meno rispetto al 2016 e con una spesa procapite che si riduce, da 869 a 838 euro (-3,57%). In soldoni, se anche arrivano 100 bagnati in più durante il weekend, prendono solo lettini e mangiano una piada. Così la marginalità è bassissima e i conti di un’impresa turistica manco se ne accorgono.Sono problemi da affrontare subito e sui tutti noi imprenditori, categorie commerciali e amministrazione pubblica, dobbiamo confrontarci e operare”.


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