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Vandali contro stazione polizia, condanna Uil

Giovedì, 24 Agosto 2017

(Riccione) Nella notte tra martedì e mercoledì a Riccione alcuni giovani si sono arrampicati sulla stazione mobile della polizia in piazzale Roma, hanno urinato sulla scritta e poi l’hanno presa a calci.
La Uil di Rimini esprime “ferma condanna senza se e senza ma a coloro che stanotte hanno fatto un atto deplorevole”.
Un atto “vile”, continua la segretario Giuseppina Morolli, “contro le nostre istituzioni, contro il senso dello Stato, contro coloro che quotidianamente combattono a volte anche con la propria vita per difendere i cittadini, per difendere il nostro Stato, per difenderci dai soprusi di alcuni delinquenti, lo fanno per uno stipendio quasi irrisorio. Avere il senso dello Stato significa avere ben presente che esistono valori,interessi,idee che sono quelli dell'insieme della società civile”.
Le forze dell'ordine “sono una colonna portante del nostro Stato, occorre far capire ai giovani, a questi giovani, che per fortuna non sono tanti, basti guardare l'ultimo concorso fatto dalla polizia di Stato, per capire quanto i giovani siano interessati al rispetto della legge( a Roma lunedì passato erano in migliaia) , ma per colpa di pochi la società viene danneggia enormemente”.
“Io sono dell'idea che questi giovani dovrebbero fare qualche esperienza in qualche centro per disabili anche non lontano da Riccione oppure nell' ospedale reparto di oncologia, dove ci sono giovani che darebbero chissà che cosa per poter continuare a vivere, così capirebbero che la vita, le persone, i cittadini, la società tutta è una cosa molto importante. Secondo me lezioni di vita sarebbero importanti per fargli capire il senso del rispetto. Tutti vanno rispettati nella nostra società, ma principalmente chi ogni giorno rischia la propria vita per gli altri”.
Occorre “sviluppare nei giovani attraverso la cultura una sana coscienza civica per prepararli alla vita sociale, coltivando sentimenti di solidarietà, la solidarietà si rafforza solo innestando nei giovani una coscienza di rispetto a partire dalla famiglia, dalla scuola e dalla società stessa”.


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