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Processo Aeradria, Pizzolante: Il Pd rinunci a deriva giustizialista

Giovedì, 06 Luglio 2017

(Rimini) “Non poteva che essere così”. Il deputato di Alternativa Popolare Sergio Pizzolante festeggia come un buon passo verso il buonsenso” la decisione del magistrato Vinicio Cantarini. Nei panni di giudice dell’udienza prelimibare, ieri Cantarini ha fatto cadere l’accusa di associazione a delinquere per tutti gli imputati rinviati a giudizio nel processo per il fallimento di Aeradria, la ex società di gestione dell’aeroporto Fellini. “In tempi non sospetti, ero ancora un'esponente dell'opposizione a Rimini, mi pronunciai contro questo capo di imputazione per gli amministratori locali, contro i quali avevo speso anni di impegno politico”.

Già ai tempi, in cui si delineava il fallimento della prima gestione dell’aeroporto a Pizzolante piaceva spesso citare Samuel Beckett e ricordare Godot, intendendo l’autonomia finanziaria dello scalo a lungo attesa dai politici del territorio (sostenuta con importanti aiuti pubblici) e mai arrivata.
“La mia tesi era ed è che una stagione era finita. La stagione dell'eccesso di finanziamento pubblico e di gestioni pubbliche. Ma quella fase politica sbagliata doveva essere giudicata dagli elettori e non dai tribunali. Ero e sono contro una visione tutta penale della vita pubblica. Non possono essere le procure a definire e giudicare il limite oltre il quale l'investimento pubblico è nell'interesse della personale carriera dell'amministratore pubblico e non della comunità”.
Quest’ultima “è una tesi che si è affermata in alcune procure in giro per l'Italia. E l'associazione a delinquere e lo strumento con il quale si persegue questo presunto reato politico. Penso che il giudice di Rimini abbia fatto chiarezza. Penso che sia una cosa buona perché, al contrario, ci troveremmo di fronte ad una aberrazione. Perché con questo utilizzo dei presunti reati associativi, sommato al nuovo reato di traffico di influenze noi dichiareremmo reato l'attività politica stessa. E quindi seppelliremmo la democrazia rappresentativa trasformandola in democrazia giudiziaria. Come ha detto qualche settimana fa Angelo Panebianco”.

La svolta riminese tuttavia “non cancella l'amarezza, per chi ha senso di giustizia, di questi anni che,lo so, sono stati di grande sofferenza per gli imputati e i familiari, e non elimina i rischi, in Italia, derivanti da norme sbagliate a dal loro uso distorto. Anzi la situazione puo' solo peggiorare se la legge antimafia, oggi al Senato, dovesse poi essere approvata definitivamente alla Camera. Una legge che dopo l'estensione dell'associazione a delinquere dai reati di mafia a tutti i tipi di reati, applica il sequestro preventivo dei beni al solo sospetto della corruzione. Terribile. Nemmeno le parole di preoccupazione di Cantone e dello stesso nuovo presidente dell'Anm fanno ragionare Renzi e il Pd” che, per Pizzolante, “dovrebbe riflettere su questa deriva giustizialista e penalista. E dovrebbe capire che la rincorsa ai grillini porta alla fine della democrazia”.
Restano in piedi a Rimini “i presunti reati riferiti alle operazioni di comarketing. Anche qui non si capisce perché ciò che si può fare altrove non sia possibile farlo a Rimini. Vedremo”.


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