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Rapporto Economia 2016, Moretti: Qualche piccolo spiraglio nel buio

Martedì, 28 Marzo 2017

(Rimini) “Qualche piccolo segnale positivo”, nulla di più. E’ quanto emerge dal Rapporto economia della provincia 2016 di Rimini presentato oggi dalla Camera di Commercio della Romagna (Forlì-Cesena, Rimini), almeno dal commento del presidente Fabrizio Moretti.
Oltre 3240 km², 55 comuni, più di 730.000 abitanti, quasi 100.000 imprese e un valore aggiunto totale di oltre 19,5 miliardi di euro. Questa in numeri è la Camera di commercio romagnola, numeri che la rendono seconda in Regione solo a Bologna.
In base ai dati demografici al 31 dicembre 2016, la popolazione residente nella provincia di Rimini 137.127 abitanti, con un aumento del +3,0 per 1000 rispetto al 2015. Il saldo demografico inteso come differenza tra movimenti in entrata (nati e immigrati gradi) e movimenti in uscita (morti ed emigrati), risulta quindi positivo (+1.029 persone). In calo invece la popolazione straniera: 36.365 residente (-1,2%).
Livello del tasso di occupazione (15-64 anni) provinciale (62,9%) è inferiore al dato medio regionale (68,4%) e superiore a quello nazionale (57,2%).Il tasso di disoccupazione è risultato pari a 9,1% (in miglioramento rispetto al 5% del 2015), peggiore del dato regionale (6,9%) ma milgiore del dato nazionale (11,7%). Le ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nel 2016 ammontano a 4,2 milioni, in flessione del 4,2% rispetto al 2015. E, la cassa integrazione straordinaria (62,8% sul totale) cala del -53,5%, unitamente a quella interroga (-51,5%), mentre aumenta quella ordinaria (+39,4%).
La stima del valore aggiunto totale prodotto nel 2015 è pari a 8,8 milioni di euro. I servizi incidono per i quattro quinti del totale (80,9%), industria manufatturiera per il 13,9%, le costruzioni per 4,2% e l'agricoltura per l'1%. Il valore aggiunto pro capite è stimato per 2015 è pari a 26.270 euro, inferiore al dato regionale (29.554 euro) e superiore al dato nazionale (24.107 euro). Al 31 dicembre 2016 si contano 42.911 localizzazione attive, intese come sedi di imprese e unità locali (+0,2% rispetto al medesimo periodo del 2015 - 0,2% Emilia-Romagna +4% Italia).
Rimini è una provincia particolarmente attiva dal punto di vista delle imprese. Il rapporto fra abitanti e imprese attive è di una a 7,9, 8,9 in regione, 7 a livello nazionale.
Le imprese artigiane al 31 dicembre 2016 risultano 10.702 (- 1,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Le start-up innovative al 6 marzo 2017 con sede in provincia di Rimini sono 80 (140 il numero complessivo per la Camera) pari al 10,6% del totale regionale in forte crescita annua +126%.
“Ben vengano le start up - cottolinea il presidente Moretti - ma non basta. Dobbiamo trovare processi che uniscano il mondo delle start up a quello delle imprese senior, perché una impresa innovativa che dopo tre ani non è più in grado di stare sul mercato non produce sviluppo”.
In agricoltura continua il calo generalizzato del numero delle sedi attive, 2.470 - 1,5% rispetto al 2015. Le aziende manufatturiere sono 3.328 (-0,1% rispetto al 2015). Andamento ancora negativo per l'edilizia dove continua la diminuzione di sedi e unità attive, 5.394 - 1,8% rispetto al 2015. Le attività commerciali sono 12.083, stabili rispetto al 2015.
Nel periodo gennaio-dicembre 2016 le esportazioni provinciali sono state pari a 2,14 miliardi di euro e sono fortemente cresciute (del 12,3% rispetto al 2015). I dati provvisori del movimento turistico del 2016 vedono per la provincia di Rimini un incremento annuo sia degli arrivi che delle presenze: +3,1% per ciò che riguarda gli arrivi e +1,6% per ciò che concerne le presenze. In aumento anche il movimento congressuale (incontri +7,1% partecipanti +7,5%) e fieristico (visitatori 2,2%, espositori +7,5%).
“Per uscire dalla crisi, bisogna agire in sinergia superando l’individualismo, che a livello territoriale non ha mai aiutato”, così Moretti commenta il dati, forse ripensando al mancato ingresso nella Camera di commercio della Romagna anche degli enti di Ferrara e Ravenna. Moretti definisce “irrevocabile” la decisione di Ravenna e Ferrara, “ma questo comunque non ci impedisce, se siamo tutti d’accordo, di lavorare in sinergia per temi specifici che possono essere l’alternanza scuola-lavoro o l’internazionalizzazione, passando per l’innovazione”.
Per Moretti, la Romagna soffrirebbe di meno il “il centralismo della città metropolitana (Bologna, ndr) se fosse più unita”.
La crisi in definitiva non è ancora finita. “Ci troviamo a fronteggiare un cambiamento profondo, una trasformazione molto decisa, come non se ne sono mai viste prima di ora nella storia del genere umano”, è il commento del segretario generale della Camera di Commercio, Antonio Nannini.
A margine una battuta sull’aeroporto di Forlì. “Si tratta di infrastrutture che devono avere la capacità di funzionare senza contare più sull’assistenzialismo. Non so se in Romagna ci sia posto o no per due aeroporti, ma qualora ci fosse mi piacerebbe fossero sinergici”, commenta Moretti.


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