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Il mito del Santo Graal, lo racconta Cardini all’Astra

Martedì, 07 Marzo 2017

(Misano) Venerdì 10 marzo sale sul palco del teatro Astra di Misano lo storico Franco Cardini racconterà il mito di Perceval, o ancor meglio quello del Santo Graal.
“Cos'è il santo Graal? Un calice? Una pietra? Un libro? Poeti, filosofi, scrittori, esoteristi, musicisti, registi ne hanno parlato ma il mistero resta”, spiegano gli organizzatori. “Noi lo chiamiamo, di solito, Parsifal: è il Cercatore del Graal. Richard Wagner scrivendo musica e libretto del suo ultimo capolavoro, il ‘dramma musicale’ rappresentato nel 1882, spiegò anche – in termini fantasiosamente filologici – il significato arabo-persiano del nome: ‘Puro Folle’”.
In realtà, “Wagner s'ispirava a un poeta tedesco vissuto tra 1170 circa e 1220, Wolfram von Eschenbach, che scrisse nel primo decennio del XIII secolo un poema nel quale riprendeva il racconto della ‘cerca del Graal’ da colui che risulta esserne stato l'originale narratore, il poeta Chrétien de Troyes (attivo tra 1160 e 1190) autore di romanzi cavallereschi in versi, il più celebre forse dei quali, il Perceval, o il racconto del Graal, è rimasto incompiuto. Ma la leggenda elaborata da Chrétien, probabilmente su materiale folklorico francese, mostra un'origine celtica: e il Graal vi è descritto come una coppa, una specie di magica cornucopia che però ha a che fare con il mistero eucaristico (più tardi sarebbe diventata la coppa dell'ultima cena). In von Eschenbach, che s'ispira forse indirettamente a modelli mitico-cavallereschi arabo-persiani, il Graal è una pietra ch'è stata posta in rapporto con la Pietra Angolare del vangelo, il Cristo, o con la Pietra Filosofale alchemica. In Wagner il Graal torna ad essere una coppa che contiene il Sang Real (cioè il San Graal, sempre secondo un'etimologia fantasiosa), ma l'atmosfera mistica dalla quale è fasciato ricorda più i modelli indo-buddhisti che il grande artista aveva desunto da Schopenhauer che non la spiritualità cristiana”.
Il “vero protagonista” della serata finirà con l'essere quindi “un grande mito che dal XII al XXI secolo domina l'immaginario europeo, il Graal, uno e trino (con molte varianti minori) attraverso i capolavori di Chrétien, di Wolfram Aschenbach e Richard Wagner”.


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