(Rimini) “Posso comprendere lo stupore che gli amici della Cgil di Rimini abbiano provato nel leggere la classifica sui maggiori utilizzatori di voucher in Italia”. E’ il commento a caldo dell’amministratore delegato del Gruppo Teddy, Alessandro Bracci, alle dichiarazioni rilasciate oggi alla stampa dal sindacato.
“Si saranno chiesti: “Ma come? Proprio un’azienda del nostro territorio fra i maggiori utilizzatori?”, “Ma come? Proprio un’azienda con un così grande Sogno?”. Gli sarebbe bastata una telefonata per farsi dare la reale dimensione del problema: i voucher spesi dalla Teddy nel 2016 corrispondono a circa il 3% delle somme investite in stipendi, contributi e oneri versati alle nostre persone e agli enti competenti. Quindi in Teddy stiamo parlando di un fenomeno assolutamente marginale”.
Tuttavia, “al di là dei numeri, credo che la reputazione di cui godiamo superi ogni altro dubbio. In chi ci conosce, ovviamente. Non in chi ci “ignora”. Ignorante (etimologicamente, senza offesa) è colui che non conosce una determinata cosa. Il problema è che forse gli amici della Cgil non solo non ci conoscono, ma non sanno nemmeno dove siamo, considerato che nel comunicato stampa ci collocano nel comune sbagliato: viviamo e lavoriamo infatti da oltre 50 anni a Rimini, in Via Coriano, e non a Coriano".
Questa “loro ignoranza (sempre in senso etimologico) è principalmente dovuta al fatto che abbiamo avuto poca occasione di incrociarci. Non gliene faccio una colpa. Almeno fino ad adesso. Ma entrando ancora di più nel merito, chi sono le persone che hanno lavorato con noi nel 2016 attraverso lo strumento dei voucher?”.
Principalmente studenti, “che certamente non sono in cerca di una attività lavorativa stabile, ma che vivono nei nostri negozi in giro per l’Italia un’esperienza di contatto occasionale con il mondo del lavoro che credo li aiuti anche a capire meglio quella che sarà la loro strada. Da ultimo, avendo visto gli amici della CGIL preoccupati dello stato di salute dei nostri valori e del nostro Sogno, ci sentiamo di rassicurarli e di consigliar loro di fare lo sforzo di chiedere in giro di noi, perché sono abbastanza certo che non faranno fatica, se si impegnano un po’, a trovare a Rimini un parente, un amico, un vicino di casa, un conoscente, un amico di un amico che lavora in Teddy. La sfida è questa: chiedetegli che cosa vive lavorando qua. Al netto delle imperfezioni e degli errori che certamente facciamo ogni giorno, sono certo che ne verrà fuori un racconto interessante”.
Voucher, Bracci: Da noi in Teddy fenomeno marginale
Lunedì, 27 Febbraio 2017
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