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Chiusura campo via Islanda, Gianfreda: Condizioni migliori per tutti

Lunedì, 13 Febbraio 2017

(Rimini) “Conosco bene questo progetto e sono convinto che la chiusura del campo migliori la vita di tutti”. Lo dichiara il consigliere comunale di Rimini Attiva Kristian Gianfreda dopo alcune notizie pubblicate dalla stampa locale circa la localizzazione di nuove aree dove trasferire i nomadi del campo di via Islanda, da chiudere. Tra queste aree si segnalava anche Corpolò (notizia smentita dalla maggioranza), da qui la protesta dei residenti.
Per Gianfreda il trasferimento dei nomadi in altri luoghi, creando sette microaree meno emarginazione, meno criminalità, porterà soprattutto vantaggi: “più integrazione, più responsabilità e maggiore controllo della situazione”. “Sono andato a conoscere direttamente la situazione del campo, ho portato lì i capigruppo di maggioranza e qualcuno della minoranza per capire di cosa stavamo parlando, ho chiesto e ottenuto che si facesse un gruppo di lavoro composto da politici e tecnici. Stiamo facendo un lavoro attento, puntuale, innovativo per molti aspetti. Ma non basta, uno sgambetto e cade tutto. Già si stanno organizzando i gruppi di cittadini, giustamente allarmati dall'idea che un campo nomadi possa venire attrezzato di fianco a casa loro. Le aree non sono campi nomadi, la legge regionale, ben scritta, parla chiaro, i campi piccoli o grandi vanno chiusi. In realtà in questo progetto si parla di piccole aree a dimensione familiare recintate e piantumate, il cui affidamento alla famiglia Sinti è rinnovato tenendo conto del loro comportamento. Sono famiglie italiane, hanno cognomi italiani. Non ci sono alternative se non nella propaganda e nella strumentalizzazioni di qualche vendetta politica. Chi ha idee migliori si faccia avanti, ma lasciare che l'emarginazione, con tutto quello che ne consegue, trovi ancora luoghi dove proliferare a Rimini, come il campo, non è una cosa buona per noi e i nostri figli. Il lavoro di selezione delle aree è in corso, e tiene conto di un rigido criterio di equa distribuzione nel territorio, e si tratta di soli 11 nuclei familiari su una popolazione di 150.000 persone. Diamoci appuntamento a quando avremo finito il nostro lavoro, per sapere quello che succede veramente, per migliorare il nostro territorio e dare una mano se serve”.


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