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Lettera del deputato Pizzolante a un amico: “Sacchini e Lenin” (riceviamo e pubblichiamo)

Lunedì, 16 Gennaio 2017

(Rimini) Siccome sono amico (amico non così per dire...) di Bruno da trent'anni e siccome gli voglio bene questa volta devo rispondergli. Come faccio a leggere le code dei suoi articoli che amabilmente mi dedica, così, scrollando le spalle. Non è un gesto amichevole. Se mi vedesse ci rimarrebbe male. Quindi non lo faccio e gli rispondo.
Bruno in uno dei suoi pezzi interviene sulla privatizzazione dei servizi scolastici in difesa delle posizioni( definite dai più) iper stataliste del politico riminese da lui ricreato, il signor Camporesi.


Sacchini dice che non è statalismo , semplicemente lui pensa che quei servizi non debbano andare alle cooperative perché queste sono l'arrivo di Dio( ma quello dei comunisti... Lenin per capirci) in terra emiliana. Le cooperative come protesi del comunismo che vive e vegeta in Comune a Rimini( nonostante Pizzolante ect ect...). Ora Bruno mi dovrebbe spiegare, senza chiedere consulenze a Focchi che si è arrampicato sui grattaceli di Londra per metterci su i suoi muri a specchi, come mai essendo ancora vivo il corpo di Lenin nell'ufficio del sindaco in Comune, sarebbe meglio che i servizi scolastici rimanessero in casa del grande ideologo?


Poi Bruno si supera!
Siccome quei servizi, come si è visto, non sono andati alle cooperative ma al Ceis, egli dice..." a parte la soluzione finale favorevole al Ceis?"
Dai Bruno, come a parte,dai!
Se vanno al Ceis tutta la tua impalcatura argomentativa decade... o no? Direbbe Ferrini...parlo del famoso comunista romagnolo non di altri.


Ma Bruno non è uno qualunque. Uno che scrive una cosa e la spiega così, con argomenti comprensibili ai più. No, siccome lui pensa che i più siano tutti un po' ignoranti, salvo una decina di persone sparse per il mondo, comprese alcune delle quali( soprattutto appartenenti al suo mondo) si è poi ricreduto, allora deve spiegare, deve scavare nella storia.
Voi mi criticate ed attaccate uno ricreato da me perché non conoscete Togliatti,Lenin, Stalin e, soprattutto, Gramsci. Pensa un po' così Bruno.


Dai Bruno, hai preso una cantonata anche su questo.
Togliatti( un genio) non è vero che non voleva le cooperative nel partito per non fare un dispiacere ai commercianti.
Non le voleva perché le cooperative sino al 48( l'anno del Fronte Popolare e dell'errore storico di Nenni), non erano a guida comunista ma socialista. Anzi erano figlie della grande tradizione del socialismo umanitario e riformista dei Turati e dei Bissolati. Le società di mutuo soccorso.... sussidiarietà ed altro. Nobile cosa... che alcune esperienze di altri colori, che tu conosci bene, hanno poi copiato.
Togliatti le conquisto usando la teoria gramsciana dell'egemonia. E quindi diventarono le casseforti del comunismo italiano e lo strumento di penetrazione del capitalismo.
E Gramsci non era la versione italiana e tanto meno emiliana di Lenin e Stalin. E' stato molto di più.
È stato il tentativo di una via al comunismo senza la violenza ma con la forza dell'egemonia culturale. L'occupazione delle Case Matte del potere che Togliatti applico' in Patria.
Comunque, dai, ne parliamo...non annoiamo oltre chi avrà l'amabilità di leggere. Offrimi una cena, invita qualcuno di quei dieci rimasti e ci sfiniamo fra di noi.
Baci.


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