Scrivi qui la tua mail
e premi Invio per ricevere gratuitamente ogni mattina la nostra rassegna stampa

Stadio Neri, amministrazione aperta verso Grassi

Mercoledì, 21 Dicembre 2016

(Rimini) L’amministrazione comunale riminese scende in campo per sciogliere ogni equivoco sui primi cinque mesi della nuova storia del Rimini Calcio, dopo la polemica innestata da Giorgio Grassi, patron del Rimini football club. e lo fa ricostruendo la storia degli ultimi cinque mesi, appunto.
“Si è ripartiti in piena estate sulle macerie, fatto non raro purtroppo nella storia centenaria dei colori biancorossi, ma questa volta con una novità per così dire ‘metodologica’: il Comune di Rimini, proprietario dell’impianto sportivo e delegato per la normativa sportiva ad avanzare alla Federazione Italiana Gioco Calcio la proposta privata di gestione più solida e costruttiva tra quelle pervenute, ha scelto di aprire una sorta di manifestazione d’interesse fra tutti i soggetti interessati a dare un futuro al calcio riminese. E tra tutte i progetti arrivati, diversi dei quali avanzati da personaggi che nei mesi successivi avrebbero dimostrato la loro aleatorietà facendo le sfortune calcistiche di altri lidi, l’Amministrazione comunale optò per la proposta di Giorgio Grassi. Va ricordato: contro buona parte della tifoseria e degli addetti ai lavori che rimproverano a Grassi i suoi modesti trascorsi calcistici, gli altrettanto limitati obiettivi (si parte dall’Eccellenza e non dalla categoria superiore) e perfino, scioccamente, il fatto che non fosse di Rimini. Ma tra tanti ‘tifosi contro’, la scelta cadde su Grassi perché davvero il suo progetto era - ed è- tra quelli presentati il più serio”.
Poi è arrivato il “progetto Grassi, un altro calcio è possibile”, commenta palazzo Garampi.
“E’ un progetto quasi rivoluzionario perché portatore di realismo, chiarezza di obiettivi, pochi fronzoli, nessun miraggio o concessione a promesse irrealizzabili, non speculativo. Un progetto sul medio/lungo periodo ‘di tre anni’ affermava allora Grassi, non di 3 mesi. Non a caso lo slogan che incorniciava il tutto: un altro calcio è possibile. In questo l’amministrazione comunale ha creduto e continua a credere. Quanto accaduto sulla parte agonistica (gli ottimi risultati del Rimini, campione d’inverno), organizzativa (il settore giovanile tra l’altro non in contrapposizione con le società di quartiere e non a pagamento), metodologica (la trasparenza) sono valori che confermano la bontà di quel progetto e di quella scelta che il Comune di Rimini abbracciò contro (quasi) tutti coloro i quali avrebbero preferito la categoria superiore ma con proposte molto, ma molto meno convincenti”.
Rispetto alla sistemazione del Neri ausoicata da Grassi, “l’amministrazione si è messa immediatamente a disposizione della nuova gestione, consegnando un impianto su cui era stato appena rifatto il manto e gli spogliatoi per una spesa di 770 mila euro. Non solo, l’Amministrazione comunale aveva garantito l’accelerazione sul tema della concessione dello stadio ma a due condizioni non negoziabili:
1) il bando ad evidenza pubblica, imposto per legge (a meno di non volere finire a processo per un congruo numero di reati);
2) la presentazione di un progetto con relativi investimenti all’altezza della città o comunque di un progetto articolato e completo.
Soprattutto la seconda era condizione pressante. Infatti la proposta di riqualificazione del ‘Romeo Neri’ avanzata da Grassi era molto debole. E bene a questo punto chiarire a tutti infatti che le proposte sullo stadio in nome di ‘un altro calcio è possibile’ avevano l’obiettivo dichiarato di riportare le famiglie allo stadio prevedendo:
a) la cancellazione delle curve;
b) la nuova intitolazione dell’impianto ‘Rimini Riviera Stadium’;
c) un’area famiglie che altro non si rivelava che una mesta serie di gonfiabili.
Il Comune ha fin da subito rappresentato che seppure l’obiettivo fosse condivisibile (più famiglie più socialità) si poteva, doveva, perseguire senza l’eliminazione delle curve e non solo con dei gonfiabili. Ha ribadito che se queste fossero state le proposte da cui partire, il percorso stadio sarebbe stato difficile da proseguire e non solo in nome dei tifosi, ma in nome di un progetto più articolato. Ci si è dati quindi appuntamento per approfondimenti in sede tecnica”.
Ci sono poi stati due inontri tra amministrazione e Rimini Calcio. “Quell’incontro del 20 settembre veniva aggiornato con soddisfazione di tutti i presenti al 20 ottobre, appuntamento poi saltato, a onor del vero, a causa di sopraggiunti impegni istituzionali degli amministratori (quel giorno era in discussione in consiglio comunale la fusione tra le Fiere di Rimini e Vicenza)”.
Ci si è rivisti il 4 novembre, “giorno in cui l’assessore allo Sport incontra il vice presidente del Rimini dottor Andrea Boldrini per discutere di progetti futuri: il delegato biancorosso presenta una proposta sulla falsariga di quelle di agosto, dettagliando un investimento complessivo a carico della società di 400 mila euro in 8/10 anni (la durata della concessione) per rifare i seggiolini dei distinti a fronte di un investimento immediato da parte del Comune di pari importo per probabilmente una tettoia che la società chiedeva al Comune di fare ancora una volta senza pensare che l’intervento, il progetto, i lavori necessari sarebbero dovuti essere messi a bando e non scaturiti da decisioni unilaterali da parte di chicchessia”.
Quindi, “l’assessore allo Sport si rende disponibile a verificare l’ipotesi pur precisando che comunque non si può aggirare il bando e ribadendo che l’evidenza pubblica per concedere lo stadio 10, 20 anni avrebbe dovuto contemplare una proposta più organica dei soli seggiolini per distinti. Ci si dà un nuovo appuntamento ai primi di dicembre”.
Da quel momento in poi “cala il sipario, senza alcuna spiegazione né motivo da parte di Grassi. Tra fine novembre e inizio dicembre, infatti, la cortese segreteria del proprietario della Grabo motiva ogni volta l’impossibilità di parlare con Giorgio Grassi (che non può essere raggiunto direttamente in quanto sprovvisto di telefono cellulare): ‘le faremo sapere’ oppure ‘è fuori tutta la settimana all’estero’, ‘oggi non c’è, forse domani’ e così via. Nel frattempo a fine novembre, nonostante le insistenze dell’Amministrazione Comunale per avere l’appuntamento fissato, Grassi riappare con una lunga dichiarazione alla stampa accusando il Comune di farsi di nebbia sulla questione stadio”.
Il 14 dicembre, “nel pieno di questo inspiegabile black out (inspiegabile anche per i collaboratori di Grassi, a quanto viene da essi stessi riferito, a maggior ragione dopo l’impegno preso il 4 novembre con il vicepresidente per rivedersi da lì a pochi giorni)”, l’Amministrazione Comunale di Rimini invia una lettera per richiedere ufficialmente la disponibilità a un nuovo incontro per discutere appunto del progetto stadio. In questa lettera veniva anche comunicato che, “in assenza di notizie da parte della società e alle prese con le giuste lamentele delle persone che frequentano lo stadio tutti i giorni e la domenica, gli uffici ad inizio anno avrebbero innanzitutto valutato l’affidamento della gestione del bar”.
Il Comune conclude la nosta inviata alla stampa indicando alcuen date, diverse, in cui l’amministrazione sarebbe disponibile ad incontrare Grassi per andare avanti.


Le vostre foto

Rimini by @lisaram, foto vincitrice del 15 febbraio

#bgRimini

Le nostre città con gli occhi di chi le vive. Voi scattate e taggate, noi pubblichiamo. Tutto alla maniera di Instagram