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Hiv, nel 2015 6 nuove diagnosi ogni 100mila abitanti

Giovedì, 01 Dicembre 2016

(Rimini) Allarme Aids in Emilia Romagna. Costante l’aumento delle persone che si scoprono sieropositive già in fase avanzata, o addirittura di Aids conclamato, che nel 2015 rappresentano il 51% delle nuove diagnosi. In occasione della Giornata mondiale contro l’Hiv/Aids (oggi, 1 dicembre) la Regione rende noti i numeri di “una realtà che, mentre l’anno scorso sembrava mostrare un’inversione di tendenza, è tornata invece a crescere”. A Rimini le nuove diagnosi di Hiv nel 2015 sono state 5,9 ogni 100mila abitanti. Dal confronto tra le diverse province, il numero più alto si è avuto a Parma (8,5 ogni centomila abitanti) e a Ravenna (7,9), il più basso si è avuto invece a Reggio Emilia (4,5) e a Modena (5). Nel mezzo Piacenza con 7,3 nuove diagnosi ogni centomila abitanti, Bologna con 7,3, Ferrara con 5,1, Forlì-Cesena con 7,1.
“L’Hiv e l’Aids non vanno sottovalutati”, sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi. “Le cure oggi sono importanti, ma si continua a morire. E quando non si muore si deve convivere con una malattia cronica per tutta la vita. Il mio invito è di essere consapevoli: è importante che i rapporti sessuali siano protetti, ed è importante fare il test Hiv perché il ritardo della diagnosi aumenta la probabilità di diffusione dell’infezione e ritarda l’avvio delle terapie antiretrovirali, meno efficaci di fronte a un sistema immunitario fortemente indebolito”.
Di positivo c’è che diminuiscono, seppur di poco, le nuove diagnosi di Hiv tra i residenti: nel 2015 sono state 288, confermando il lieve calo registrato negli ultimi anni. L’identikit della persona sieropositiva è maschio, tra i 30 e i 39 anni, italiano. La modalità di trasmissione principale si conferma quella sessuale.
Il Servizio sanitario regionale promuove interventi educativi (molti nelle scuole) per favorire una sessualità consapevole e garantisce il test Hiv gratuito e anonimo. Per la Giornata mondiale dell’1 dicembre tante le iniziative promosse in tutta la regione da Aziende sanitarie, associazioni di volontariato, enti locali, a partire dai test day per la diagnosi dell’Hiv in molte piazze dell’Emilia-Romagna, fino ai primi di dicembre. Le iniziative organizzate in tutta la regione sono disponibili all’indirizzo http://salute.regione.emilia-romagna.it/giornata-mondiale-hiv-aids-2016-iniziative-in-emilia-romagna.
Nel 2015 le nuove diagnosi di infezione da Hiv tra i residenti in Emilia-Romagna sono state 288, pari a 6,5 ogni centomila abitanti: erano state 338 nel 2014 (7,6 ogni centomila abitanti), 300 nel 2013, 373 nel 2012, 361 nel 2011, 388 nel 2010, 418 nel 2009.
Nell’intero periodo di sorveglianza (2006 - 2015) tra le persone sieropositive, il 73,7% è maschio, il 32,7% ha 30-39 anni, il 70,9% è italiano. Le classi di età più colpite sono tra i 20 e i 49 anni (79,7%), i casi di sieropositività sono invece modesti tra i più giovani e negli ultracinquantenni. Il rapporto maschi/femmine è di 2,8 maschi sieropositivi per ogni donna. L’età media della persona al momento della diagnosi di Hiv è pari a 39,9 anni.
La modalità di trasmissione principale si conferma quella sessuale, con il 92% delle diagnosi anche nel 2015 (come nel 2014, era l’88% nel 2013, l’89% nel 2012, l’87% nel 2011): 49% attraverso rapporti omo-bisessuali, 43% eterosessuali. Molto bassa la percezione del rischio tra le persone eterosessuali: solo il 14,6% delle persone sieropositive l’ha dichiarata come motivazione del test di diagnosi.
Le persone che entrano nella fase conclamata della malattia nel 2015 sono state 77 (73 nel 2014, 78 nel 2013), pari a 1,7 casi ogni 100.000 residenti, un dato che pone l’Emilia-Romagna allo stesso livello della Lombardia nel confronto nazionale e dopo Toscana, Lazio, Liguria. Erano 1,5 ogni centomila residenti nel 2014, 1,8 nel 2013, 2,2 nel 2012. Le persone con Aids in Emilia-Romagna sono prevalentemente maschi (rapporto maschio/femmina 2,9 a 1). Grazie alle terapie antiretrovirali il numero di decessi nel tempo è molto diminuito e per molti malati l’Aids è oggi alla stregua di una malattia cronica.


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