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Asili ai privati, oggi lo sciopero. Il Comune va avanti con il bando

Lunedì, 07 Novembre 2016

(Rimini) Nonostante la partecipazione di insegnati e genitori alla manifestazione in piazza Cavour contro la privatizzazione degli asili comunali a Rimini il comune non torna indietro e ribadisce che scadrà il 1 dicembre il termine per partecipare al bando per “la gestione integrata di strutture comunali per l’infanzia per il triennio 2017-2020”.
Al fine di assicurare la “continuità didattica del personale educativo ed insegnante” l’affidamento integrato della gestione dei servizi sarà scaglionato in tre anni. “In questo modo - spiegano da palazzo Garampi - i bambini che già frequentano le strutture interessate arriveranno alla fine del ciclo scolastico/educativo con il personale che li ha accolti fin dal primo anno”.
Il bando in pubblicazione, già da diversi giorni sull’albo pretorio, “è stato costruito per premiare la qualità del progetto educativo e didattico”. L’appalto sarà aggiudicato secondo il criterio della “Offerta economicamente più vantaggiosa”: la valutazione della qualità del progetto educativo sarà prioritaria e potrà ottenere fino a 80 punti, mentre l’offerta economica sarà valutata con un massimo di 20 punti. “Segno, questo, che il Comune intende privilegiare in modo netto e deciso la qualità del servizio offerto ai propri utenti”.
La scelta di introdurre nei servizi educativi e scolastici un modello di organizzazione e gestione integrato “nasce dalla volontà di continuare a garantire l’alto livello di servizio finora offerto alle famiglie, qualità che corre il rischio di essere compromessa a causa delle sempre più stringenti normative in tema di finanza pubblica e di assunzione del personale pubblico. Da segnalare comunque l’assunzione di dieci insegnanti effettuata ad aprile da parte del Comune”.
Data “la volontà dell’Amministrazione di non arretrare sull’educazione e sulla formazione” e volendo “scongiurare l’ipotesi futura di chiusura anche solo di uno degli asili e delle scuole del territorio”, si è deciso di intraprendere il percorso di “diversificazione delle forme gestionali” dei servizi educativi e scolastici (così come già avvenuto negli anni scorsi per il servizio mensa, per i servizi ausiliari di pulizia e per il sostegno ai bambini con disabilità), affiancando alla gestione diretta tramite personale dipendente del Comune, la gestione tramite ditte specializzate esterne. “Oltre a mantenere la qualità del servizio e a garantirne la sostenibilità economica nel medio lungo periodo, la gestione integrata consentirà di ampliare la gamma di servizi offerti alle famiglie, ad esempio estendendo la fascia oraria del servizio (fino alle 18,30 o oltre, come già si sta vedendo in altri territori quali ad esempi la Toscana e la Brianza, o estendendolo al sabato), come si sta facendo in molte realtà italiane”.
I nidi e le scuole per l’infanzia “rimarranno completamente pubblici pur se gestiti con il coinvolgimento parziale di soggetti esterni”. Dunque per gli alunni e le loro famiglie “non cambierà nulla in termini di modalità, organizzazione, rette e qualità del servizio”. Le strutture che saranno gestite attraverso appalto di servizi, infatti, “rimarranno tutte all’interno dei servizi comunali per l’infanzia, dato che i rapporti amministrativi con le famiglie faranno capo direttamente al Comune”; l’iscrizione e l’inserimento degli alunni nelle graduatorie, così come la formazione delle classi “continueranno ad essere gestite dal Comune”; “la determinazione delle rette e la loro riscossione continuerà ad essere gestita dal Comune ed al Comune le famiglie dovranno continuare a fare riferimento”; al Comune “rimarrà in carico anche la manutenzione straordinaria” degli immobili scolastici e delle attrezzature.
Anche il Coordinamento educativo e pedagogico “continuerà a essere svolto dal Comune”, che in tal modo “garantirà la continuità didattica e l’unitarietà dell’offerta formativa per tutte le scuole e per tutti i nidi”. Il Comune infine “continuerà ad esercitare il controllo in qualsiasi momento sulle attività educative e didattiche”, accertandosi anche che ci sia un “costante coinvolgimento” delle famiglie.


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