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Esposto Acqua Arena, gli archeologi: Ma quale occultamento

Mercoledì, 12 Ottobre 2016

(Rimini) “La notizia di un esposto relativo al presunto occultamento di beni archeologici nell’area del vecchio Palacongressi della Fiera di Rimini ci ha profondamente sorpreso”. Lo dichiarano Gianluigi Barvas, direttore esecuzione lavori, Laura Belemmi di Tecne srl e Alessandro Bucci, progettista e direttore lavori al cantire di Acqua Arena, in via della Fiera a Rimini. L’esposto circa la presenza di beni archeologici nell’area è stato presentato, tra gli altri, dal consigliere comunale di Rimini Luigi Camporesi.
“Sin dall’inizio, infatti, il cantiere sta procedendo secondo le indicazioni pervenute dalla Soprintendenza, con assistenza costante e giornaliera di archeologi professionisti che, oltre a recuperare i reperti rinvenuti, svolgono una supervisione attenta e puntuale di tutti gli scavi. Questo nonostante l’area sia classificata “a bassa potenzialità archeologica” dagli atti, che sono pubblici e consultabili in ogni momento”, spiegano i tecnici.
“A partire da settembre la società di archeologi Tecne srl – accreditata presso la Soprintendenza e in possesso di tutti i requisiti di legge – sta effettuando una sorveglianza continua su tutta la movimentazione terra. La sorveglianza è in corso anche nelle aree in cui il Piano Urbanistico Comunale (PUC) indica che sono già stati realizzati scavi in profondità negli anni passati”.
Su “richiesta della Soprintendenza” sono stati eseguiti anche “50 carotaggi – un numero elevato per gli standard – nelle aree ritenute più interessanti dal punto di vista archeologico. La zona lungo via Simonini è stata omessa poiché quest’area era già stata precedentemente sottoposta a scavi. Lo si può riscontrare negli atti, da cui risulta la presenza di un vecchio parcheggio interrato a servizio dell’edificio polifunzionale che esisteva su questa porzione di terreno”.
L’area di via Simonini “è costantemente sottoposta a controllo archeologico in corso d’opera. Questo ha permesso di individuare e portare alla luce una serie di sepolture di epoca romana – a una prima indagine apparse invero piuttosto comuni – e uno strato preistorico, che è in fase di scavo. Sulla vocazione di tale scavo, al vaglio delle autorità preposte, non è ancora possibile fornire dati certi”.


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