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Asili ai privati, Confcooperative: Espressione di servizi d’eccellenza

Martedì, 27 Settembre 2016

(Rimini) “Siamo consapevoli e certi che la cooperazione sociale educativa riminese è un soggetto, al pari del gestore pubblico, espressione di servizi educativi di eccellenza”.
La Confcooperative interviene nel dibattito sul piano del comune di Rimini di affidare ad esterni alcune scuole dell’infanzia. “Le nostre Cooperative, che operano nel settore educativo e gestiscono servizi per l’infanzia, rappresentano un sistema di servizi di eccellenza e qualità che da trent'anni caratterizza il territorio riminese”, spiegano dall’associazione di categoria.
“Gli standard elevati raggiunti rispondono a requisiti nazionali e regionali conseguiti attraverso certificazioni e piani di formazione del personale impiegato specifici ed ulteriori rispetto ai normali percorsi di aggiornamento professionale, messi in campo per rispondere alle richieste specifiche degli enti pubblici committenti”.
I servizi educativi “vengono sempre assegnati dall’Ente committente attraverso criteri che privilegiano la qualità del servizio e la sua continuità educativa, mettendo al centro il minore e le sue specifiche esigenze ed i punteggi altissimi raggiunti nella valutazione qualitativa dei servizi contenuti nella proposta progettuale delle cooperative, rappresentano il frutto di lunga esperienza nella gestione di questa tipologia di interventi e di procedure interne comprendenti la continuità e la stabilizzazione del personale proveniente da precedenti e gestioni di diversa natura”.
Gli interventi educativi “vengono progettati e definiti nell'ambito di un coordinamento pedagogico provinciale compartecipato dal'Ente stesso che ne definisce i requisiti e le priorità”.
Infine, “è doveroso ribadire che la forma cooperativa di impresa è una forma di sviluppo di lavoro mutualistico che dovremmo tutti salvaguardare. Chi lavora in cooperativa sceglie di lavorarvi, perché crede in questa forma democratica di impresa. Gli educatori professionali delle cooperative, spesso aspirano ad entrare nella base sociale al fine di collaborare nel definire le politiche qualitative e di territorio della propria impresa, divenendo essi stessi imprenditori oltre che lavoratori”.


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