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Apt e i pranzi truccati, il racconto di una giornalista

Martedì, 09 Agosto 2016

(Rimini) “Pranzi truccati per avere rimborsi”, è il titolo dell’articolo pubblicato oggi dal Corriere di Bologna. A tema la strana richiesta da parte del capo ufficio stampa di Apt Servizi a una giornalista. Lui avrebbe usato il suo nome per ottenere i rimborsi di due cene, avrebbe detto che lei era con lui, l’editore Mugavero, Dario e Jacopo Fo. Ma lei seduta a quei tavoli non c’era e racconta tutto, nero su bianco sulle pagine del Corriere. Si tratta di cene, spiegherebbe Fabio Grassi, “cene che io non potevo giustificare perché non mi passano queste pierre (pubbliche relazioni, ndr) qui. Per questo ho usato il tuo nome”. Cene di marketing che quindi avrebbe fatto passare come qualcos’altro: “Puoi sostenere questa tesi che siamo andati a mangiare insieme per parlare dei problemi di Cesenatico?”.
Sulla pubblicazione dell’articolo è intervenuto l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini.“Chiedo ad Apt Servizi di verificare immediatamente se i fatti riportati stamani da un quotidiano bolognese rispondano a verità”, commenta a caldo Corsini.
“Se le risposte che arriveranno – spiega Corsini – dovessero confermare le rivelazioni fatte dal quotidiano, mi aspetto che nei confronti di chi è stato protagonista della vicenda vengano assunti i provvedimenti disciplinari del caso. Perché, e ci tengo a chiarirlo, la Regione Emilia-Romagna, di cui Apt Servizi è strumento operativo in tema di turismo, ha tra i propri principi guida innanzitutto quello dell’onestà e della trasparenza, e su questi principi siamo assolutamente intransigenti”.
“Aspetto in tempi rapidissimi, e non ho dubbi che sarà così, risposte da Apt su questa vicenda”, conclude l’assessore Corsini. “Perché non è pensabile che una Amministrazione come la nostra, che dal giorno dopo essersi insediata ha varato uno straordinario piano di taglio dei costi- sia di funzionamento della macchina amministrativa, sia di cosiddetti costi della politica- possa tollerare eventuali comportamenti che gettino discredito sull’Istituzione e sulla corretta gestione delle risorse pubbliche”.


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