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Accorpamenti Camere di commercio, per i sindacati è un danno

Giovedì, 28 Luglio 2016

(Rimini) La riforma per il riordino delle Camere di commercio (che prevede accorpamenti in ambito di area vasta romagnola) “è un danno per le imprese, per i professionisti, per i lavoratori” per Cgil, Cisl e Uil. I sindacati ritengono serva “una riforma che potenzi le camere di commercio, che ne faccia il fulcro della ripresa delle aziende italiane”.
La rappresentanza sindacale dei dipendenti della Camera di commercio esprime “forte preoccupazione per i contenuti del decreto legislativo di riforma del sistema camerale previsto dalla legge 124/2015 e sul proprio futuro”. 
In questi giorni è in programma una nuova riunione del Consiglio dei ministri per definire il contenuto del decreto di riforma del sistema camerale, che prevede la riduzione del numero e delle funzioni attribuite alle Camere di commercio, la soppressione delle sedi secondarie non essenziali, il taglio del personale di almeno il 15%, percentuale che sale al 25% del personale adibito alle funzioni di supporto per le Camere di commercio accorpate quale quella della Romagna, nata dalla fusione delle Camere di Forlì-Cesena e Rimini. 
“La riforma delle Camere di commercio che il Governo vuole chiudere in questi giorni estivi è un danno per le imprese italiane, per i professionisti e per i lavoratori delle Camere, che dispongono di professionalità uniche nel sistema della pubblica amministrazione italiana”, commentano i sindacati. 
“In un periodo storico-economico in cui sarebbe necessario potenziare gli strumenti a supporto del mondo del lavoro, e quindi rafforzare le Camere di Commercio, il Governo vuole ridurle a enti burocratici che non saranno più in grado di offrire servizi moderni alle aziende italiane. 
Ma la strada per riformare la pubblica amministrazione deve essere lastricata di innovazione, non di riduzione delle Camere di commercio, dei servizi alle imprese, dei dipendenti. 
Per far ripartire il sistema imprenditoriale italiano, le Camere di Commercio vanno invece rafforzate, con servizi nuovi e innovativi, che vadano a sommarsi ai servizi attualmente esistenti, per rispondere alle imprese che chiedono celerità e innovazione. 
Per questi motivi chiediamo al Governo, a tutti i parlamentari e alle forze politiche che hanno a cuore il futuro delle imprese italiane, di modificare subito il decreto di riforma in discussione in Consiglio dei Ministri, che crea soltanto disservizi al sistema imprenditoriale, e chiediamo di riscriverlo, focalizzando su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali”.


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