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Partiture grafiche e disegni musicali, sabato al Lettimi

Giovedì, 07 Luglio 2016

(Rimini) A conclusione della mostra (‘Re)Presenting Music: intorno al di-segno musicale’, organizzata in collaborazione con la Galerie Mario Mazzoli di Berlino per la seconda edizione della Biennale del Disegno e accolta nei locali dell’Istituto di alta formazione artistica e musicale Lettimi di Rimini, i docenti dell’istituto insieme al curatore della mostra presentano un concerto di “partiture grafiche” e “di-segni musicali”. Scopo del concerto “è offrire l’esecuzione di alcune delle partiture presenti in mostra e di altri brani musicali che risultano essere interessanti non solo dal punto di vista sonoro ma anche dal punto di vista visivo. Sonderemo la relazione tra segno grafico-musicale e risultato sonoro attraverso l’ascolto delle opere, una loro breve descrizione e la proiezione su schermo delle rispettive partiture, “di-segni musicali” che funzionano sia come riferimento visivo per l’ascolto sia come scenografie”, spiegano gli organizzatori.


Nella prima parte del programma saranno eseguite musiche della cosiddetta Seconda Scuola di Vienna con opere le cui partiture, atonali e dodecafoniche, contengono in nuce la rottura della successiva “musica grafica”. I Tre pezzi per pianoforte Op.11, composti nel 1909 sono l’opera in cui Schönberg sperimenta la nuova scrittura atonale, rompendo definitivamente con la tradizione romantica. Da ricordare è l’intenso scambio avvenuto con Vasilij Kandinskij sulla relazione tra musica e pittura: lo stesso Schönberg era pittore ed espose anche insieme al gruppo Der Blaue Reiter. L’influenza di Schönberg si ritrova nel lavoro dei propri allievi, come nei Quattro pezzi per clarinetto e pianoforte Op.5, composti nel 1913 da Alben Berg e dedicati al maestro. Miniature più che grandi quadri, gesti appena accennati “di cui si percepisce che potrebbero continuare, diffondersi, moltiplicarsi” (Pierre Boulez), vedono pianoforte e clarinetto dialogare attraverso brevi frammenti tematici contrapposti a violenti attacchi di suono che altrettanto rapidamente scompaiono, in un realismo spettrale dalle atmosfere lunari. Anche i Tre piccoli pezzi per violoncello e pianoforte Op.11 di Anton Webern, composti nel 1914, risolvono l’abbandono dell’elaborazione tematica attraverso una poetica di contrasti timbrici e dinamici e di drastica concentrazione del materiale musicale. Pagine aforistiche ricchissime di significati, illuminate dalla caleidoscopica cura di ogni singola nota, che presuppone una diversa dinamica e un diverso tipo di attacco del singolo strumento, come un mosaico in continua trascolorazione.
La seconda parte raccoglie opere di tre autori italiani contemporanei. Rounds per pianoforte, composto da Luciano Berio nel 1967, mostra la propria pertinenza grafica nel fatto di dover capovolgere lo spartito, dopo averlo suonato normalmente una prima volta: seppur rispettando una serie di simmetrie, il capovolgimento provoca cambi nell’altezza delle note e nel timbro. Il risultato è “una sorta di fuoco d’artificio di linee e timbri rimescolati e complessificati ad infinitum” (Luciano Berio). Diviso in tre brani, Riflessi per violoncello solo è stato composto da Ennio Morricone tra il 1988 e 1990 e, seppur poco conosciuta, rappresenta una delle principali opere di musica da camera del celebre compositore. La mutevolezza dell’ampia gamma di altezze, timbri e tecniche chieste al violoncello, l’alternanza e la sovrapposizione di flussi liberi di cellule di note e di arpeggi, sembrano evocare il gioco di riflessi delle luce sulle trasparenze d’acqua o di vetro: disegni astratti e affascinanti allo stesso tempo. Chiude Idea della luce per clarinetto, clarinetto preparato e elettronica, composta nel 1990 dal musicista, artista visivo e multimediale Roberto Paci Dalò, esposta in mostra per l’accuratezza del connubio tra grafia delle note musicali e grafismi geometrici e informali.


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