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Ex Corderia di Viserba, nella fase finale la gara per gli interventi su via Marconi

Sabato, 27 Marzo 2021

Sugli alberi di via Marconi a Viserba sono comparsi da giorni numerosi cartelli di protesta che sollecitano interventi per migliorare la viabilità. Via Marconi è la strada che corre lungo l’ex Corderia ed è spesso teatro di incidenti. Un’arteria piccola, malridotta, e ciononostante troppe volte attraversata ad alta velocità.

I residenti protestano ma dovranno pazientare ancora qualche mese. Su via Marconi, e contemporaneamente su via Amati e via Fattori deve intervenire la società Residence Viserba, che è proprietaria dell’area dell’ex Corderia e che è titolare di un progetto di edificazione e valorizzazione della zona. La Residence Viserba in nome e per conto del Comune ha indetto nel febbraio scorso un bando europeo per appaltare i lavori di urbanizzazione primaria e secondaria che comprendono appunto anche la sistemazione della viabilità della zona. Si tratta di un appalto importante pari a 10 milioni di euro. Il 18 marzo scorso è scaduto il termine di presentazione delle offerte fissato dal bando. Residence Viserba ha nominato una commissione esterna per la valutazione. “Si tratta di un lavoro importante – spiega Lorenzo Monti, legale rappresentate della società – che verosimilmente avrà bisogno di qualche settimana per essere espletato. Non appena ci sarà l’aggiudicazione della gara, potranno cominciare i lavori”.

Dopo anni di attesa, qualcosa si sta muovendo per sistemare una zona di estremo degrado. Residence Viserba, società del gruppo Renco, che ha sede a Pesaro e gestisce business in tutto il mondo, è diventata proprietaria dell’area nel 2004. Erano gli ultimi tempi del mattone che tirava ma sono stati necessari sette anni per arrivare nel 2011 alla stipula della convenzione con l’amministrazione comunale. L’accordo verte sul piano particolareggiato di iniziativa privata, denominato “La corda Longa di Viserba”, che vede Residence Viserba come soggetto attuatore. In base all’accordo la società avrebbe potuto costruire residenze e superfici commerciali e si impegnava per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria, e su alcuni superstandard che avrebbero risolto i problemi di viabilità della zona. Nel 2011 si era ancora nel bel mezzo della seconda ondata di crisi immobiliare. E quindi i proprietari hanno pensato bene di non partire. Nel biennio 2016-2017 amministrazione comunale e proprietà si sono messi intorno a un tavolo per definire il programma delle opere di urbanizzazione. Il passo avanti decisivo è avvenuto nel giugno del 2020 quando le due parti hanno sottoscritto un aggiornamento alla convenzione che ha definito e precisato i tempi e la modalità di realizzazione della nuova viabilità. Prima si pensava di intervenire per stralci, ora invece si interverrà prioritariamente e contemporaneamente su via Marconi, via Amati e via Fattori. Gli interventi a carico di Residence Viserba prevedono anche la realizzazione di un parco di quartiere di 44 mila metri quadri, nonché di un Centro Civico di Quartiere, ricavato dalla ristrutturazione del vecchio mulino che è l’unico manufatto storico rimasto, ed un intervento di Edilizia Residenziale Pubblica, pari a 800 metri quadri.

Secondo il cronoprogramma della convenzione le opere di viabilità (via Marconi, via Fattori, via Amati) dovranno essere realizzate entro il 2021. E, come si è visto, si è solo in attesa dell’aggiudicazione dei lavori.

Lorenzo Monti, il legale rappresentante di Residence Viserba, annuncia anche che presto saranno presentati in Comune le richieste per i permessi a costruire (palazzine a ,4 e 5 piani) e quindi comincerà anche la vendita

L’area della Corderia fino a prima della seconda guerra mondiale ha ospitato una industria di fabbricazione di corde, sorta a fine Ottocento. In origine c’era un impianto di pillatura per il riso azionato da un mulino idraulico, in seguito la struttura fu adattata per la torcitura della canapa.

Durante la seconda guerra mondiale i nazisti organizzarono nella Corderia un campo di prigionia. Terminato il conflitto, l’impianto non è mai stato riaperto ed ha abbracciato un destino di inesorabile degrado. Una testimonianza di archeologia industriale è stata dispersa. Nel gennaio del 2016 è iniziato il lavoro di bonifica che ha comportato la demolizione di tutte le strutture pericolanti. Dell’antica corderia non esiste più nulla che possa essere recuperato, se non l’antico mulino che dovrebbe diventare un centro civico.

 

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