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“Giù le mani dalle pensioni”, i sindacati dal prefetto

Venerdì, 04 Gennaio 2019

(Rimini) Questa mattina i rappresentanti sindacali dei pensionati hanno manifetato davanti alla Prefettura a Rimini. Stessa iniziativa sarà riproposta anche in altre province italiane. Alle 11,30 una delegazione guidata dai tre segretari generali di categoria Meris Soldati, Giuseppe Difino e Antonello Cimatti, è stata ricevuta dal prefetto, Alessandra Camporota, a cui sono stati illustrati i motivi della protesta sindacale nei confronti della manovra di bilancio del governo. Al prefetto è stata anche consegnata una lettera con la richiesta che venisse inoltrata al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Di seguito il testo della lettera.

Alla cortese attenzione del Presidente del Consiglio dei Ministri Professor Giuseppe Conte

Illustre Signor Presidente,
in qualità di rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei pensionati SPI-CGIL Rimini, FNP-CISL Romagna, UIL Pensionati Rimini, unitamente ad alcune delegazioni territoriali dell’Emilia Romagna, siamo a scriverLe per manifestare la nostra preoccupazione e il nostro disappunto rispetto all’approvazione della Legge di Bilancio 2019; nonostante infatti le rassicurazioni e le buone intenzioni che Ella ha voluto esprimere nel corso del suo incontro con i Segretari generali di CGIL CISL UIL lo scorso 10 dicembre, dobbiamo oggi riscontrare che le novità annunciate all’interno della Legge di Bilancio si pongono in conflitto con le priorità e gli obiettivi che abbiamo voluto enunciare, come organizzazioni sindacali, all’interno della piattaforma di proposta a Lei consegnata nel corso del suddetto incontro del 10 dicembre.
Pur esprimendo soddisfazione per l’accordo raggiunto dal Governo con la Commissione Europea, accordo che evita una dolorosa (e costosa) procedura d’infrazione al nostro Paese, non possiamo non mettere in rilievo alcuni punti a nostro avviso molto negativi.
Oltre al metodo oggettivamente discutibile con cui questa Legge di Bilancio è stata approvata in Parlamento, e senza un confronto di merito con le forze sociali, vogliamo sottolineare l’assenza di misure concrete in favore dello sviluppo e della crescita, con un taglio degli investimenti pubblici previsti; l’insufficiente attenzione dedicata all’occupazione, specialmente quella giovanile, con misure non adeguate per la riduzione del costo del lavoro a tempo indeterminato; l’aver trascurato salute e politiche sociali, su cui emergono un de-finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale e scarsa consapevolezza rispetto a uno dei temi cardine di una società italiana che invecchia sempre più, che è la questione della non autosufficienza; la mancanza di chiarezza rispetto al nuovo strumento del Reddito di Cittadinanza, con il rischio di disperdere un importante capitale costruitosi in seguito al varo del Reddito d’Inclusione (REI) integrato poi dal RES per quanto riguarda la nostra regione; inoltre, tema a noi particolarmente caro, notiamo come per l’ennesima volta manchi una politica di lungo respiro sulla previdenza: non vi sono ad oggi elementi di garanzia e certezza rispetto alla cosiddetta “quota 100”, in compenso si procede ancora una volta, cosa per noi inaccettabile, a fare cassa a danno dei pensionati italiani confermando la riduzione - blocco sostanziale della perequazione delle pensioni superiori ad un importo pari a 1.500 euro lordi. Infine, ma non ultimo, denunciamo un pericoloso arretramento delle politiche di inclusione causate dal decreto sicurezza.

Non possiamo che prendere atto con delusione, infine, del fatto che il Governo abbia scelto di ignorare del tutto una serie di questioni connesse sempre con il tema della previdenza e che già trovavano un primo riconoscimento nelle intese sottoscritte con i precedenti Governi: la necessità di consolidare gli istituti di previdenza complementare, di predisporre un progetto di pensione di garanzia per i giovani, di dare un riconoscimento strutturale in termini contributivi al lavoro di cura, lavoro di cura che ad oggi risulta scaricato prevalentemente sulle spalle delle donne, di costruire uno strumento più adeguato per la rivalutazione delle pensioni ripristinando la Legge 388/2000 e di avviare finalmente il processo di separazione dei Fondi assistenziali da quelli per la gestione della Previdenza Pubblica.
In mancanza di una correzione di rotta attraverso il confronto agiremo di conseguenza e di concerto con le nostre Confederazioni per ulteriori iniziative di mobilitazione.
Le porgiamo i nostri distinti saluti.

SPI CGIL Rimini, Meris Soldati
FNP CISL Romagna , Giuseppe Difino
UIL Pensionati Rimini, Antonello Cimatti

Rimini, 4 gennaio 2019