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Oltre la crisi | Un colloquio in pigiama

Lunedì, 02 Novembre 2015

5bOltre la crisi | Un colloquio in pigiama

 

La storia di Sauro che, da quadro dirigente a disoccupato, accetta un lavoro di vendita porta a porta e rinasce. “Ogni porta ti riserva una situazione diversa, non bisogna mai smettere di cercare”, anche grazie all'amicizia con il Centro di solidarietà di Rimini, che recentemente ha tagliato il traguardo di 30 anni di attività 

 

A 45 anni Sauro è un uomo in carriera: quadro dirigente di una grande azienda, benefit, telefono e auto aziendale, ottimo stipendio. Un giorno lo chiamano e gli dicono che non hanno più bisogno di lui: ristrutturazione aziendale. Gli cade il mondo addosso. “Mi chiedevo dove avevo sbagliato, ma non c’era risposta. La mia vita si svolgeva nel letto, certe mattine non mi alzavo neanche”. Un giorno chiama a casa un’assicurazione che cerca suo figlio, appena diplomato, gli vogliono proporre un colloquio. “Io ho detto: mio figlio il lavoro ce l’ha, se volete vengo io, mi metto in gioco”. La proposta è di consulente finanziario per l’assicurazione, Sauro accetta, anche se non è proprio il suo lavoro. “Avrò fatto due polizze… una di queste a mio figlio…Però ce la mettevo tutta perché ero in braghe di tela: due figli e la moglie, la casa da mantenere…”.

 

Una mattina continuando a cercare lavoro su internet vede un’offerta come venditore porta a porta per un’azienda che cerca agenti per la zona di Rimini. “Ero indeciso se rispondere o no… Però ho detto: devo andare, non c’è niente da fare! Mando il curriculum e dopo due giorni mi vedo arrivare a casa quello che, ho saputo dopo, era il coordinatore di zona. Io ero in pigiama! Ho aperto e ho fatto il colloquio in pigiama!” Fa tutto l’iter, apre la partita iva, diventa procacciatore.

 

Il primo giorno di lavoro ero proprio in questa zona qui (San Giuseppe al Porto di Rimini, ndr), dove abitano tutti i miei parenti! Passiamo davanti a casa di mio zio, il responsabile che mi accompagna mi fa: suona! E io: ma è mio zio, passiamo oltre che è meglio!”

I primi tempi sono un po’ duri, poi pian piano diventa la sua attività, come un lavoro qualsiasi che gli dà grandi soddisfazioni. “Perché comunque tutte le persone che incontri, anche quelle che magari ti mandano a quel paese in un primo momento, possono diventare tuoi ottimi clienti. L’importante è come ti proponi. Poi c’entra la faccia tosta… l’esperienza, ti impratichisci ogni giorno di più”. Il lavoro gli piace talmente tanto, “vendevo una media di 30 pezzi al mese”, che un bel giorno il capo zona lo chiama e lo manda a fare il corso per diventare agente. Lo promuovono alla Camera di Commercio, gli fanno il contratto… “Poi però chiama un’azienda importante con cui avevo avuto a che fare nel lavoro passato, e sono andato a fare il colloquio a Milano. Mi assumono per andare a Roma, capo area. Insomma è il lavoro che mi è sempre piaciuto fare, mi licenzio e vado”. Poi, per motivi familiari si dovrà spostare prima a Bologna, poi tornare a Rimini, dove oggi ha messo su una piccola azienda di arredamento insieme ai due figli: uno geometra, l’altra ragioniera. “È un progetto bellissimo!” Racconta con entusiasmo. “A un certo punto mi sono detto: ho sempre allestito e comprato mobili per gli altri, perché non mettere su un’impresa?”.

 

Cosa diresti a un ragazzo che si scoraggia perché non trova lavoro o perché l’ha perso?

“Mi sento di dire innanzitutto che sarebbe ipocrisia dire a una persona che ha subito un colpo, come può essere la perdita del lavoro: ‘alzati subito!’ Perché non è così che funziona. Però, presa una botta nei denti, analizza la botta per capire perché l’hai presa e fanne tesoro per la volta dopo. Ma soprattutto quello che non devi assolutamente fare è perderti d’animo, perché comunque chi non ti apprezza oggi, magari domani si può anche pentire. Oppure ci può essere un’altra persona che ti apprezza ancora di più di quello che tu pensi. La vita è fatta d’incontri, di opportunità. Anche le cose più banali possono diventare poi opportunità. Quindi bisogna curiosare sempre e non avere paura di niente, perché la vita è una cosa fantastica!”

a.c.

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