16_05_2012 | PROVINCIA: GLI INCIDENTI STRADALI DIMINUISCONO DEL 1,6% MA ANCHE I SOLDI PER LE INFRASTRUTTURE. ALTO IL COSTO SOCIALE 4MILIARDI IN 12 ANNI

Mercoledì, 16 Maggio 2012

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PROVINCIA: GLI INCIDENTI STRADALI DIMINUISCONO DEL 1,6% MA ANCHE I SOLDI PER LE INFRASTRUTTURE. ALTO IL COSTO SOCIALE 4MILIARDI IN 12 ANNI


In Provincia a Rimini da inizio anno si è arrivati già a 4 milioni e mezzo di fondi in meno rispetto a quelli messi a bilancio per il 2012. Di mezzo c’è la questione del costo sociale per gli infortuni stradali, dicono, appesantita dai tagli del governo Monti. Il tutto a discapito delle strade della provincia e della loro manutenzione.


Nel 2011 il costo sociale degli incidenti in provincia – spiega l’assessore Yuri Magrini – è stato di circa 260 milioni di euro” (il calcolo deriva dai parametri del Piano nazionale della sicurezza stradale che valuta 1 milione e 394mila euro per i decessi e 73mila euro per ogni ferito). La cifra, comunque in diminuzione costante a partire dal 2000 del 36,51 per cento, se sommata a quella degli anni passati per 12 anni arriva a 4 miliardi di euro. “Un costo che deve far guardare in maniera diversa le politiche che si mettono in campo anche in riferimento alle polemiche che a volte si fanno sulle infrastrutture che le amministrazioni cercano di realizzare: andrebbero analizzate non solo da un punto di vista ambientale, ma anche dei costi sociali”.


Di contro sono molto più incoraggianti i numeri relativi agli incidenti (in calo). Nel 2011 in provincia di Rimini si sono registrati 2.215 incidenti con 24 decessi. La riduzione degli incidenti è dell’1,6 per cento rispetto al 2010 (35 in meno) mentre i morti sono ahimè lievitati del 4,3 per cento (uno in più). Diminuito il numero dei feriti dello 0,8 (3.068 in valori assoluti).
“Il trend positivo – nota Magrini – fa capire come le politiche messe in atto abbiano funzionato portando frutti importanti”.


La strada provinciale a maggiore rischio di incidenti è la Marecchiese con 76 incidenti, mentre tra le strade statali è l’Adriatica con 184. I punti ‘neri’ delle strade’ sono i rettilinei (37,4 per cento degli incidenti) e gli incroci (31,2 per cento). Cause: l’alta velocità e la disattenzione.
La dinamica tipica degli incidenti vede in genere coinvolti due veicoli, con scontro frontale laterale (37,4 per cento), un tamponamento (17,5 per cento) o scontro laterale (16,6 per cento). In caso di veicoli sono isolati, generalmente si tratta di  sbandamento del mezzo o di una fuoriuscita dall’asse stradale.


Le più diffuse cause di incidenti sono: mancanza di rispetto dello stop o dei segnali di precedenza (26,4 per cento), manovre azzardate (20,0 per cento), guida distratta o un andamento indeciso(18,2 per cento), l’eccesso di velocità (11,8 per cento). Tra le altre cause si segnala un 2,1 per cento di casi che deriverebbe da una stato psico-fisico del conducente (dato secondo i ricercatori sottostimato) cui sono riconducibili anche ebbrezza e positività a stupefacenti.


E’ agosto il mese con il maggior numero di incidenti e feriti, mentre marzo quello con il maggior numero di morti (forse perché si tirano fuori le moto) con 3,88 decessi ogni 100 incidenti. Gennaio, febbraio, ottobre e novembre sono stati gli unici mesi senza decessi, tuttavia con l’indice di lesività più elevato.


Venerdì è un giorno nero anche per gli incidenti stradali, è quello in cui se ne registra il maggior numero (così come di feriti assieme al sabato), mentre la domenica è il giorno più tranquillo. Per strada si muore soprattutto di mercoledì e sabato. L’ora x è tra le 17 e le 19 anche se, pur con meno incidenti, la notte resta la parte del giorno più pericolosa.


Nel 2011 l’83,3 per cento dei morti e il 73,6 per cento dei feriti a seguito di incidente stradale ha visto coinvolti i conducenti dei mezzi, i passeggeri rappresentano il 20,8 per cento dei feriti e un 4,2 per cento dei morti, mentre i pedoni sono stati il 4,8 per cento dei feriti e il 12,5 per cento dei morti. Il 50 per cento dei morti deceduti sono conducenti di veicoli a 2 ruote. I maschi sono più a rischio di mortalità con il 92 per cento (59 per cento di feriti).


Sulle due ruote nel 2011 sono morte a seguito di incidenti 12 persone, tutti maschi, la metà tra i 36 e 55 anni.
Nel 2011 sono stati 368 gli incedenti che hanno visto coinvolti ciclisti (3 i morti, 353 i feriti e 25 illesi). Dal 2000 al 2011 sono stati 53 i ciclisti deceduti e 3.704 i feriti.
Per quanto riguarda i pedoni, nel 2011 143 sono stati investiti (il 47 per cento ha più di 55 anni), 3 di loro sono morti. Lo scorso anno il numero di pedoni feriti e morti è stato il più basso degli ultimi 12 anni. Dal 20100 al 2011, infatti, sono stati 86 i pedoni deceduti dopo esere stati investiti (2.328 i feriti).