10_05_2012 | TASSA DI SOGGIORNO TRA MARCHE (DOVE SI PAGA) E ROMAGNA (DOVE NON SI PAGA): TUTTI CONTRO

Giovedì, 10 Maggio 2012

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TASSA DI SOGGIORNO TRA MARCHE (DOVE SI PAGA) E ROMAGNA (DOVE NON SI PAGA): TUTTI CONTRO


Focus di 4 minuti di Corriere.tv sull’imposta di soggiorno a cavallo tra Marche (dove la gabella è passata in alcuni casi già lo scorso anno) ed Emilia Romagna, che per quest’anno ha scongiurato il pericolo. L’obiettivo è mostrare l’applicazione a macchia di leopardo del provvedimento con tutti i suoi contro. Tra operatori e amministratori marchigiani ne spuntano anche di romagnoli.


Tassa iniqua, è contro un settore, blocca il settore, anticompetitiva”, non esita a far notare Alessandro Giorgetti di Federalberghi. “E’ un luogo comune pensare che l’importo pari a pochi euro di per sé la renda applicabile ai turisti. Se si pensa che tre euro a per sona al giorno per una famiglia con tre persone in un albergo tre stelle nove euro al giorno ditemi se può essere una cosa intelligente”.


A spiegare meglio la situazione Massimo Ferruzzi di Jfc. “Ci sono località dove si paga un euro e nel’albergo di fronte, o comunque di un comune vicino o non si paga niente o si paga 4 euro o 3 euro quindi una situazione a macchia di leopardo che assolutamente confusionaria ”.


E’ Giovannino Montanari di Fiavet a spiegare che “la difficoltà più grossa far capire al turista che una località impone una tassa e un altro comune no”, mentre Ferruzzi mostra al confine tra Gabicce Mare e Cattolica, alberghi gli uni di fronte agli altri ma in comuni diversi, in regioni diverse. Da un lato si potrebbe pagare la tassa di soggiorno (Gabicce) dall’altro, per lo meno per questa estate, non si pagherà.


A Cattolica la tassa non si paga perché gli operatori del settore si sono autotassati liberando i clienti dalla nuova gabella. “Ci siamo guardati in faccia – Piero Cecchini, sindaco Cattolica – e abbiamo detto: se ci autotassiamo, creiamo un contributo volontario”. Nessuno si è tirato fuori. Così 17 chioschisti hanno raccolto oltre 10 mila euro, gli albergatori 350 mila euro, i bagnini 50 mila euro. In totale sui 450 mila euro. “Questo ha consentito non solo di evitare l’imposta di soggiorno – continua il sindaco – ma anche di far sì che per tutte le attività della città nel suo insieme si sia riusciti a mantenere per quest’anno al minimo tutte le imposte”.