13_04_2012 | PROTESTA FEDERFARMA ARRIVA IN COMUNE. MORETTI: “IL 99% DEI CITTADINI PREFERISCE LA DISTRIBUZIONE IN FARMACIA: IL SINDACO LO FACCIA PRESENTE A AUSL”

Venerdì, 13 Aprile 2012

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PROTESTA FEDERFARMA ARRIVA IN COMUNE. MORETTI: “IL 99% DEI CITTADINI PREFERISCE LA DISTRIBUZIONE IN FARMACIA: IL SINDACO LO FACCIA PRESENTE A AUSL”


La protesta di Federmarma contro la politica di Ausl Rimini nella distribuzione diretta dei farmaci fa il suo ingresso in Consiglio comunale, “un problema di interesse per l’intera comunità – spiega il vicepresidente del Consiglio, Giuliana Moretti (Pdl) – che non è giusto relegare a contenzioso tra Federfarma e Ausl”. La federazione dei farmacisti a supporto delle sue posizioni ha posto alcuni quesiti a 1.800 cittadini e “le risposte date – sottolinea Giuliana Moretti – non lasciano nessuno spazio alle interpretazioni”.


Secondo il sondaggio di Federfarma, il 99 per cento delle persone ascoltate ha affermato che, potendo scegliere, preferisce ricevere le medicine dal proprio farmacista di fiducia, evitando spostamenti inutili e perdite di tempo. Entrando nel dettaglio dei dati raccolti, emerge che ben il 64 per cento dei cittadini afferma di avere ricevuto l’esplicito suggerimento di ritirare i farmaci di cui necessita presso un ospedale e aggiunge che nel 15 per cento dei casi l’indicazione è arrivata dal proprio medico di medicina generale. Inoltre più di 3 cittadini su dieci non sanno che possono ritirare i medicinali in farmacia anche quando si suggerisce di andare in ospedale.


A fronte di una legge dello Stato (45/01) che rende possibile in Emilia Romagna l’erogazione diretta dei farmaci da parte dell'Ausl in diversi casi (dimissione da ricovero per il proseguimento della cura limitatamente al primo ciclo terapeutico, pazienti cronici, soggetti a controlli ricorrenti, seguiti dal dipartimento di salute mentale, in assistenza residenziale e semiresidenziale, in assistenza domiciliare, nelle strutture penitenziarie) esiste però la possibilità nata il 13 marzo 2007 quando la giunta regionale ha approvato un accordo con Federfarma e Confservizi per la distribuzione diretta nelle farmacie convenzionate pubbliche e private e non solo nelle strutture ospedaliere dell’Asl “al fine di dare la possibilità ai cittadini di poter acquistare tali medicine anche nelle farmacie più vicine alle loro abitazioni, ed evitare il disagio di andare per forza in un punto farmacia delle Asl che coincide con l’ospedale (aperto solo dalle 9 alle 16)”, fa notare Giuliana Moretti.


Nell’accordo sottoscritto dalla Regione con Federfarma e Confservizi, rimangono a carico delle strutture ospedaliere la distribuzione diretta dei farmaci per il paziente complesso per
polipatologia e in politerapia che necessita di controlli ricorrenti di tipo specialistico. Per tutti gli altri casi si può scegliere.


“Federfarma ha cercato il dialogo chiedendo di applicare il protocollo regionale e si è resa disponibile a potenziare la distribuzione per conto, vale a dire la distribuzione effettuata in
farmacia per conto dell’Azienda Usl, a fronte di un compenso fisso particolarmente contenuto. Purtroppo l’Azienda Usl di Rimini ad oggi non ha mostrato nessuna volontà di intervenire per riportare alla normalità la situazione creatasi. Anzi, la reazione è stata di rigida chiusura. Per questo da diversi mesi le farmacie di Federfarma hanno dichiarato lo stato di agitazione”.


Da qui la decisione di Giuliana Moretti di chiedere che il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, trasmetta alla regione e al direttore dell'Ausl di Rimini i risultati del sondaggio e in particolare quel 99 per cento di cittadini che preferirebbero poter usufruire del servizio attraverso le farmacie e “richiamare lo stesso o direttamente o attraverso la regione al rispetto dell'accordo del 2007 nell'interesse diretto dei singoli cittadini riminesi e della collettività”.


La risposta in seduta è arrivata dall'assessore Jamil Sadegholvaad che (politicamente corretto) ha difeso la politica ‘risparmiosa’ del dirigente Marcello Tonini.


Risparmio che mi sento di mettere in dubbio, non sono certa che si traduca in un risparmio per la collettività. Sappiamo bene che quando si è dimessi dall'ospedale la tendenza è quella di munirsi di farmaci che poi non sempre vengono utilizzati in toto, soprattutto se al paziente viene detto che per riaverli deve tornare in ospedale e non andare alla farmacia più vicina e sa anche che dovrà fare un ora di fila”.