Sigismondo d'oro ad Argnani e Bonini. Sadegholvaad: la cultura è il futuro

Martedì, 20 Dicembre 2022

(Rimini) Alla professoressa Fernanda Argnani, per più di quarant’anni insegnante di Lingue e Letterature Straniere nei licei e ad Aureliano Bonini, pioniere degli studi e delle analisi legate al turismo italiano e internazionale, è stato consegnato il Sigismondo d’Oro per l’anno 2022. Una scelta che ha un evidente comun denominatore, valorizzare l’impegno di due cittadini che hanno contribuito con il loro impegno a lasciare non solo un segno personale, ma a dare un contributo decisivo alla formazione e a promuovere una crescita della collettività attraverso il valore dello studio, dell'educazione, della cultura e dell'analisi come fondamento indispensabile e da applicare ad ogni ambito dell'esperienza umana. La cerimonia di consegna del riconoscimento è avvenuta ieri al Teatro Galli.

“Non è un premio, è la festa della città, l'omaggio che Rimini fa a se stessa attraverso vite e storie che in modi differenti la interpretano, la esaltano, la rendono orgogliosa, ne testimoniano lo spirito del tempo e, contemporaneamente, uno sguardo possibile sul domani. Passato, presente e futuro: tutto che fluisce in maniera naturale lungo il fiume di vicende personali che hanno incrociato e continuano a incrociare i luoghi e l'anima di Rimini", spiega il sindaco Jamil Sadegholvaad.."Fernanda Argnani, educatrice. Aureliano Bonini, esperto di turismo. La grandezza di una vita sta troppo stretta in una definizione, così come sfugge dal calcolo perfetto di un algoritmo la complessità di una scelta individuale o collettiva".

 Dopo aver delineato i profili dei due insigni cittadini, Sadegholvaad, passa a un discorso di prospettiva.  "Il 2023 sarà per Rimini un anno differente e decisivo. Ci accostiamo ad esso con la convinzione che la chiave sia tenere unita la nostra comunità. Anche per questo abbiamo proposto un Bilancio in cui, sulla stessa riga, stanno il sostegno e l’aiuto alle famiglie attraverso un nuovo ‘pacchetto fiducia’ fatto di agevolazioni, detassazione, asili gratuiti insieme alle  nuove scuole, ai lavori per la nuova area di sosta a Marina Centro, al Parco del Mare, al completamento della nuova rete idrico fognaria, alle sedi per i servizi comunali che tornano nei luoghi più decentrati. Le città non giustificano la loro esistenza solo se hanno edifici belli o nuovi ma devono crescere a misura di persona e per le persone". 

Secondo il sindaco "una delle cose più importanti che accadrà l’anno prossimo sarà la candidatura di Rimini a Capitale della Cultura 2026. Un obiettivo inimmaginabile solo 20 anni fa. Ci candideremo per quello che siamo, presentando le eccellenze storiche, artistiche, culturali della città e di tutto il territorio accanto a tutto quello che non è mai stato consuetudine o tradizione. Dovrà emergere l’assoluta unicità di Rimini di fare cultura, elevando a elemento collettivo di riflessione quello che prima non entrava nei musei, nelle accademie, nelle biblioteche. Questo è uno dei più grandi e straordinari contributi che Rimini ha donato all’Italia: la città stessa".

Rimini Capitale della Cultura "non è un premio, non è un riconoscimento ma l’indicazione di una frontiera per la quale ci siamo preparati negli anni e che per questo deve diventare un orgoglio e un passaggio fondamentale nella vita della comunità locale. Abbiamo la nostra interpretazione della parola ‘cultura’. Dentro ci sta il tempio malatestiano, Fellini e, a fianco, il fenomeno turistico anche con i suoi eccessi, la musica, quel nulla con cui una volta si bollava il cosiddetto ‘effimero’ e che invece oggi sappiamo che era pieno di molte cose. Ci candidiamo con la nostra differenza, non per essere uguali agli altri. Non è anarchia ma un senso profondo di umanità, tolleranza, libertà e perfino anticonformismo. Ognuno di noi è pietra di questo ponte che rivolgiamo al futuro, al 2026 e oltre. Dovremo essere bravi a coinvolgere, a creare attesa e partecipazione intorno a quello che si configura non solo come la direzione strategica ma il momento in cui possiamo davvero raccogliere quello che abbiamo fatto e soprattutto che siamo. Non abbiamo solo cattedrali, musei, parchi, entroterra ma un’anima".