MEETING 5 STELLE. GLI ORGANIZZATORI MINIMIZZANO LA SBERLA DI GRILLO E LUI PUBBLICA IL RACCONTO DI UN ATTIVISTA CHE A "RIMINI C'ERA"

Lunedì, 05 Marzo 2012

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MEETING 5 STELLE. GLI ORGANIZZATORI MINIMIZZANO LA SBERLA DI GRILLO. E LUI PUBBLICA IL RACCONTO DI UN ATTIVISTA CHE A "RIMINI C'ERA"


Meeting a 5 stelle: molto rumore per nulla? Il giorno dopo lascia con l'amaro in bocca molti grillini


"Io a Rimini c'ero perché non parlo mai per sentito dire, e volevo capire di cosa si trattasse, come del resto molti degli attivisti del M5S presenti, sulla quale buona fede posso mettere tranquillamente la mano sul fuoco. C'erano circa 150 persone (non 200), provenienti per la stragrande maggioranza dai comuni intorno a Rimini. Alcuni (50 persone in tutto) sono arrivati dal resto dell'Emilia Romagna, dal Veneto, dalla Lombardia, dalla Toscana, dalla Puglia, dal Lazio e dal Trentino. Questo vuol dire che questa iniziativa e' stata fatta contro il volere della stragrande maggioranza degli iscritti e degli attivisti del M5S". Quello che Luca posta sul blog di Beppe Grillo (http://www.beppegrillo.it/2012/03/rimini_per_noi.html) non collima con quanto dichiarato dagli organizzatori ufficiali del meetup nazionale, ribattezzato 'degli scissionisti'. "Siamo stati in 350 da tutta Italia, una quarantina di attivisti da Rimini", sostiene l'attivista riminese Gianluca Tamburini.
Forse anche i dati di affluenza (anche quelli ufficiali) sono segno di qualcosa da approfondire. C'è da dire però che il putiferio provocato in questi giorni e l'incertezza sulle vere motivazioni dell'incontro potrebbero aver scoraggiato qualcuno.


"Se veramente fosse stata un'iniziativa democratica, gli organizzatori avrebbero dovuto prendere atto che alla maggioranza del M5S non interessava un incontro nazionale", commenta Luca, che non condivide neanche il metodo adottato per le discussioni. Nella grande sala da pranzo, con vista sul mare, dell'hotel Continental sono stati apparecchiati una serie di tavoli per discutere contemporaneamente i punti all'ordine del giorno (portale, elezioni 2013, programma, organizzazione interna, gruppi locali, ecc) e ognuno poteva sedersi laddove l'argomento lo interessava. Alla fine di ogni sessione di lavoro, della durata di un'ora circa, i proponenti hanno relazionato all'assemblea il risultato del confronto per sottoporlo a votazione.


"Le proposte per l'odg - racconta Tamburini - sono nate liberamente in rete. Più di mille ragazzi hanno partecipato, senza nessun tipo di censura. Il nostro metodo si chiama open space tecnology ed è all'insegna della massima trasparenza”. Ragion per cui, ci viene spiegato, anche i due 'punti scissionisti', quello che chiedeva quanto tempo ancora il nome di Beppe grillo dovesse rimaner nel logo del Movimento e quello che proponeva di votare il candidato a premier nella persona di Giovanni Flavia, sono rimasti in programma.


Rispetto al rapporto con Grillo Gianluca aggiunge: "Per noi lui è fondamentale: è colui che ci ha fatti incontrare e ancora abbiamo bisogno che sul logo ci sia il suo nome. Fu lui a Roma a dirci che era tempo di iniziare a camminare sulle nostre gambe. Quello che è successo in questi giorni è avvenuto per un difetto di comunicazione'".


A proposito del metodo, sul blog si osserva invece che il 'world caffè' "serve per dare l'impressione che tutti contino qualcosa e che tutti possano proporre e decidere, ma invece nei fatti nessuno può decidere niente e nessuno può conoscere nemmeno le cose sulle quali gli viene proposto di esprimersi. Dettagliatamente: i partecipanti erano divisi in circa una quindicina di tavoli, a ogni tavolo si parlava di un argomento diverso. Questo vuol dire che i partecipanti a un tavolo erano molto sommariamente informati solo di quello di cui si parlava a quel tavolo, senza avere la minima possibilità di partecipare alla formazione delle altre proposte". Ma non è tutto: "Il metodo usato serviva solo per simulare una parvenza di 'democrazia' e per dare un contentino ai partecipanti, dandogli l'illusione che il motto "uno vale uno" si esplicasse in quel modo, ma con il vero intento di mettere in vetrina gli interessi personali di alcuni”.


Insomma, visto con gli occhi di Luca il militante e quelli di Gianluca l’organizzatore, il meetup sembra effettivamente aver rivelato l'esistenza e la difformità di due anime che stanno camminando su due strade diverse.