Gran movimento a destra per non giungere spiazzati al 2021

Martedì, 24 Novembre 2020

S’odono a destra squilli di tromba. E non sono più gli scontati avvisi di sfratto imminente che periodicamente vengono mandati all’amministrazione guidata da Andrea Gnassi. Qualcosa sembra muoversi più in profondità. 

Il week end ha portato una novità che ancora non si era vista: una Lega dialogante, inclusiva, pronta a recepire l’apporto di altri. Il segretario regionale Jacopo Morrone ha inaugurato una serie di dirette Facebook in vista di Rimini 2021 e ha invitato a parteciparvi, oltre al proprio Matteo Zoccarato, anche i consiglieri Filippo Zilli e Gioenzo Renzi, esponenti di altri partiti. Al di là dei contenuti emersi, condivisibili o meno, ciò che rileva è il metodo inclusivo: per un giudizio sul decennio Gnassi ci si avvale anche del contributo degli altri consiglieri dell’area di centrodestra. Non è più la Lega che, forte del vento in poppa, non esita due secondi a imporre nel 2016 il candidato Marzio Pecci.

Se il week end aveva portato questa novità, la settimana si è aperta con la proposta di una costituente di centrodestra lanciata dai consiglieri comunali, espressione di tutti i partiti, Roberto Maggioli (di Bellaria, ma vice coordinatore provinciale di Forza Italia), Nicola Marcello (approdato in Fratelli d’Italia), Gennaro Mauro, Carlo Rufo Spina, Filippo Zilli. 

La grande Costituente di Centro Destra dovrebbe essere “chiamata a discutere programmi, idee, contenuti, sinergie ed esigenze dei riminesi, attraverso il coinvolgimento di tutte le sensibilità imprenditoriali, associative, culturali e sociali presenti sul territorio”.

Fra le righe c’è un messaggio implicito: il candidato a sindaco del centrodestra deve essere scelto a Rimini, fra persone, partiti e movimenti locali; basta con i nomi imposti da tavoli e accordi romani o regionali. L’interpretazione autentica è che questa uscita non vuole essere un attacco a Morrone o alla Lega (peraltro fra i promotori c’è Zoccarato, che è un fedelissimo del segretario regionale); vuole semplicemente mettere un punto fermo: le decisioni si prendono ai tavoli riminesi, dopo un lavoro di confronto fra i partiti e con la società civile. Non a caso le parole chiave indicate sono Collegialità, Dialogo, Confronto, Prospettive, Crescita.

Filippo Zilli, che è uno dei più convinti fautori della costituente di centrodestra, aggiunge anche che i cittadini riminesi, dopo dieci anni, sono certamente stanchi delle diatribe interne al Pd, ma anche delle solite facce candidate per il centrodestra. Basta con i soliti noti. “Quel che vogliamo far capire – afferma – è che il centrodestra c’è, è unito e non è affatto vero che non ha voglia di vincere”. 

Anche il mondo civico, nell’ottica di Zilli, può dare un contributo valido alla costituente di centrodestra. E guarda con attenzione all’attivismo di Lucio Paesani, titolare del Coconuts e leader del MIO (Movimento imprese ospitalità) che ha portato in piazza numerosi operatori del turismo. “Penso che il lavoro che sta facendo Paesani si sposi perfettamente con quello che io chiamo costituente del centrodestra. C’è il mondo delle piccole imprese, del commercio, del turismo che sta soffrendo moltissimo. Se lui riesce ad organizzare quel mondo che nel 2016 era confluito in Patto Civico, penso che possa naturalmente unirsi a noi”. Da parte sua Paesani ha dichiarato che è pronto a metterci la faccia per fare qualcosa per il bene della città. Bisognerà vedere che si accontenterà di un contributo con la lista civica o metterà in campo una sua candidatura a sindaco. 

Secondo Zilli, la crisi che sta vivendo il mondo delle imprese non dipende solo dall’attuale situazione di pandemia, ma ha origine anche in questi dieci anni di gestione Gnassi. “Non si deve buttar via tutto ciò che ha fatto l’attuale sindaco, specialmente gli interventi nel centro storico, ma bisogna fare molto di più per creare le condizione affinchè il PIL possa riprendere quota”. 

In questo senso è in piena sintonia con il segretario della Lega Jacopo Morrone, secondo il quale fra i limiti degli amministratori Pd ci sono anche la “scarsa attenzione (e i mancati investimenti) a favore del mondo delle imprese e la supponenza nei confronti delle esigenze delle associazioni e delle categorie che ruotano intorno al turismo, motore storico dell’economia locale”.