Servizio idrico: Hera e Acea in lizza per l’affidamento

Lunedì, 28 Settembre 2020

(Rimini) Nel 2021 si potrà conoscere il nuovo gestore del servizio idrico integrato nella provincia di Rimini. Allo scopo è in corso una gara europea, primo caso in Italia assieme a Reggio Emilia. Due, si vocifera, i big in lizza: Hera da un lato e la multiutility romana Acea dall’altro. Lo rende noto l’agenzia Dire. “Questo passaggio determinerà il gestore per i prossimi 20 anni, per un valore economico che supera i due miliardi di euro”, spiega l’amministratore unico di Amir, Alessandro Rapone,. La società, ribadisce Rapone, non ha voce in capitolo, “un conto è la proprietà dell’infrastruttura un altro la gestione, l’importante è che il servizio possa essere garantito sempre ai massimi livelli, sia per l’acquedotto che che per fognatura e depurazione, con una tariffa sostenibile e alti livelli di investimento, già tra i più corposi d’Italia”.

Attualmente, “siamo nella fase in cui la commissione sta valutando le offerte pervenute sulla base dell’offerta tecnica e del valore economico. I concorrenti- aggiunge- sono più di uno. La commissione finirà i lavori di valutazione dell’offerta tecnica, sono montagne di elaborati, nel giro di due mesi”, spiega il direttore di Atersir,Vito Belladonna. Seguirà la fase di predisposizione dei documenti contrattuali, al netto di eventuali ricorsi.“Le implicazioni saranno importanti. Oggetto della concessione è anche la realizzazione di investimenti fissati nel piano d’ambito e uno degli elementi che verrà valutato è anche la capacità di anticiparli”.

Su questo fronte a Rimini dal 2014 al 2017 sono stati investiti 133 milioni di euro, di cui 14,3 di contributi pubblici. La gara conferma la quota di almeno 20 milioni di euro di investimenti all’anno e prevede oltre 153 milioni di residuo dei beni strumentali da garantire al gestore uscente. Nella partita degli investimenti entra anche il Recovery fund. “Lavoriamo- spiega Belladonna- per candidare a livello regionale oltre 1.000 interventi per 1,7 miliardi, di cui 380 prioritari per 776 milioni”.