Fare scuola ai tempi del Coronavirus. L'esperienza del consorzio Educo

Domenica, 05 Aprile 2020

Sono i primi nativi digitali. Sono cresciuti e crescono tra consolle e tastiere di ogni device elettronico. Sono multitasking, si informano, giocano, stanno in relazione tra loro postando e navigando costantemente in rete e sui social. Sono la generazione Z e sono entrati senza difficoltà nella scuola agile. Quella smart e da remoto, dei tempi di Covid-19.

È quanto accade ogni giorno nei poli per l'infanzia e scolastici pubblici-paritari di RiminiRiccioneMisano e San Marino, del consorzio di opere educative "EDUCO – Education Company". La prima filiera italiana di educazione e formazione, da nidi d'infanzia fino a Università e ingresso nel mondo del lavoro, creata a novembre dalla comune collaborazione di tre storie, identità e esperienze. Quelle di "Service Web Cooperativa Sociale Onlus" "Fondazione Karis" e "Fondazione Unicampus San Pellegrino".

Ogni giorno le loro aule virtuali entrano nelle case di più di 1.500 famiglie del territorio. Lo fanno grazie all'impegno e lavoro quotidiano di oltre 300 persone, tra docenti e personale amministrativo. Il normale programma didattico continua: lezioni live, veri voti e valutazioni, con compiti in classe, quelli a casa, ricerche e lavori gruppo. Mentre sono stati caricati sulle piattaforme web più di 500 contenuti video con tutorial, giochi, musica e canto, lingua inglese, per i più piccoli.

Un'operazione di migrazione in rete, riuscita grazie al patrimonio d'esperienze didattiche on line delle tre scuole. Per esempio, i licei Karis hanno avviato da gennaio il progetto scuola 4.0, con aule che integrano le tecnologie avanzate nella aule della Comasca. Gli studenti del linguistico San Pellegrino studiano e approfondiscono da sempre le lingue con docenti e studenti di altri Paesi. E tutte le famiglie sono sempre in contatto, già dal nido d'infanzia con le scuole grazie al registro elettronico e alle comunicazioni dei docenti.

 E per rispondere ai bisogni dei bambini in età prescolare, il loro veicolo di conoscenza primario sono e rimangono corpo, braccia, occhi, contatto, oggi inevitabilmente assenti, nasce da "Service Web Cooperativa Sociale Onlus": "Contigo". Equipe di professionisti multidisciplinare (psicologa infantile, pediatra, logopedista, nutrizionista, pedagogista), dedicata al sostegno delle famiglie e delle loro problematiche, create da questo prolungato periodo di vita "casalinga" con figli molto piccoli.

Ma per "EDUCO – Education Company" questa è sola una parte della risposta, per quanto importante, alla sfida educativa che la pandemia pone alla comunità educante, alla scuola: "Rispondere all'imprevedibile e all'inaspettato senza fermarsi è segnale importante. Mantenere costante la didattica, continuare con efficacia la didattica, misurare la collaborazione profonda delle famiglie, la capacità di tutti gli studenti e docenti a entrare in una dimensione nuova è certo molto positivo. Però è una risposta 'tecnica'. Utilizzo di strumenti che non possono essere, non sono, il fine della scuola, ma solo il mezzo per gestire bene l'emergenza che la realtà ci butta addosso", spiegano Stefano Arduini di "Fondazione Unicampus San Pellegrino", Linda Gemmani di "Cooperativa Service Web" e Stefano Casalboni, direttore "Karis". Rispettivamente presidente e vicepresidenti "Educo".

"La vera posta in gioco è un'altra. La provocazione, senza precedenti nella storia, di ciò che sta accadendo a tutti noi, chiede a una comunità educante risposte ben più alte della sola migrazione on line. Adulti e educatori devono spiegare a bambini, adolescenti, ragazzi cosa è successo. Vivere il presente, dentro questa circostanza provocante con un'ipotesi positiva, per poi prepararli a un domani, speriamo vicino, dove molto, se non tutto, sarà diverso dal passato. A soli due mesi fa – continuano Arduini, Gemmani e Casalboni.

"La scuola è il luogo dove si vive il presente, s'impara dal passato e si costruisce il domani. Il luogo dove si gettano insieme le fondamenta per la ricostruzione e ripartenza di tutto il nostro corpo sociale. Un compito a cui storie, tradizioni, identità, proposte educative del nostro consorzio non intendono sottarsi - concludono Arduini, Gemmani e Casalboni - la nostra comunità educante può essere ancora tale solo se insieme a famiglie, docenti, studenti, elabora un nuovo modo di essere responsabile di ciò che rimarrà fondamentale: il bene comune, Non ci sono scorciatoie se vogliamo essere ancora il luogo dove si educa alla piena espressione delle proprie potenzialità. Per continuare a offrire a ragazze e ragazzi le competenze e la consapevolezza di sé stessi necessari a diventare i liberi e consapevoli protagonisti della loro vita. Soprattutto, della loro umanità".