Coronavirus e smart working: webinair gratuito sulla privacy

Giovedì, 05 Marzo 2020

(Rimini) Non tutto è telelavoro o smart working. Imprese manifatturiere e di servizi, studi professionali e attività commerciali, per continuare le attività hanno bisogno anche della presenza fisica dei dipendenti, di rapporto "faccia a faccia", con clienti, fornitori, visitatori. Il problema è quali misure di prevenzione sanitaria queste realtà possano adottare, rispettando il diritto alla privacy di ogni individuo e il trattamento di un dato assolutamente sensibile: la sua condizione di salute. La domanda, quindi, è cosa può chiedere un'azienda ai dipendenti e a chi entra in contatto con lei, per prevenire e monitorare i rischi da contagio da Covid-19.
La prima risposta a un tema, che mette in gioco due diritti apparentemente contrapposti come privacy personale e tutela della collettività, arriva nella nota del Garante Privacy (2 marzo). Nel testo si è espresso in merito alla possibilità di raccogliere, all'atto della registrazione di visitatori e dipendenti, informazioni circa la presenza di sintomi da Coronavirus, notizie sugli ultimi spostamenti, quali misure di prevenzione rischi contagio. Il tutto senza scatenare nessuna pericolosa e inutile caccia all'untore o inaccettabili forme di discriminazione.

L'Autorità di controllo ha ribadito come la normativa d'urgenza preveda che chiunque negli ultimi 14 giorni abbia soggiornato nelle zone a rischio epidemiologico debba comunicarlo alla Asl. Sarà lei a provvedere ad accertamenti e provvedimenti come l'isolamento fiduciario. Ha confermato che la raccolta informazioni relative ai sintomi del Covid-19 e quelle sui recenti spostamenti di ogni individuo, spettano a operatori sanitari e protezione civile. Quindi, i datori di lavoro non possono raccogliere a priori, in modo sistematico e generalizzato, informazioni sulla presenza di eventuali sintomi influenzali del lavoratore e dei suoi contatti più stretti o comunque rientranti nella sfera extra lavorativa. Questa attività è sottoposta a limiti stringenti, soprattutto se chi la applica non è un medico.
Esistono però delle comunicazioni non invasive che si possono adottare senza rischiare infrazioni alla norma o sanzioni, spiegano spiega Paolo Rosetti, Chief Excutive Officer & DPO della società "Consulenti Privacy Srl" e l'avvocato Fabio Pari specialista in tematiche giuridiche del settore aziendale: "È possibile evitare la raccolta dati apponendo all'ingresso dell'azienda o una infografica, che guidi dipendenti e utenti alla autovalutazione del rischio e sconsigli l'ingresso a chi è stato in determinate zone, oppure abbia manifestato sintomi influenzali o febbre. L'eventuale misurazione della temperatura corporea dovrebbe essere svolta direttamente dalla persona, senza che risultato sia visibile ad altri. Quest'ultima soluzione è quella maggiormente rispettosa del Regolamento UE e del principio di minimizzazione del dato".

"Altra strada, è raccogliere solo le informazioni strettamente necessarie, informando e richiedendo il consenso al loro trattamento. Prima di tutto, l'azienda deve chiedere il consenso al trattamento dei dati sanitari, contenuta nell'informativa privacy dell'art. 13 del GDPR. Si devono poi prevedere e rispettare tempi di conservazione dei dati molto ridotti e relativi al solo periodo di emergenza sanitaria - concludono Paolo Rosetti e Fabio Pari - Il tutto accompagnato dall'aggiornamento del documento di valutazione dei rischi aziendale, includendovi questo nuovo rischio biologico, quale motivo e giustificazione del trattamento di informazioni sanitarie sui dipendenti. Nel caso finalizzarla anche alla fornitura di corretti e necessari dispositivi di protezione individuale. Quste sono azioni in grado di tenere insieme, rispettandone i rispettivi confini, le necessità di tutela della collettività e dell'inviolabile diritto alla privacy di ogni persona".
Si questo argomento "Consulenti Privacy" ha indetto un Webinair di aggiornamento (gratuito) per aziende in professionisti, in programma sulla piattaforma web dell'azienda il prossimo 13 marzo.