Stampa questa pagina

Ti sposi in Comune? Vieni al corso prematrimoniale

Mercoledì, 12 Febbraio 2020

Ci si sposa di meno rispetto a qualche decennio fa, e chi decide di unirsi in matrimonio preferisce sempre di più il rito civile rispetto a quello religioso. A Rimini, per esempio, nell’ultimo decennio il numero dei matrimoni è stato poco più o poco meno di 400, quando nel 2000 erano invece 663. Ma se vent’anni fa la percentuale dei matrimoni celebrati in chiesa era del 70 per cento, nel 2019 è crollata al 35 per cento. In provincia c’è il caso limite del comune di Bellaria Igea Marina dove su 59 matrimoni, solo dieci sono stati religiosi, appena il 15 per cento.

“Le statistiche - osserva l’avvocato Giuliano Zamagni, presidente del Forum delle associazioni famigliari di Rimini – ci dicono anche che il maggior tasso di separazioni e divorzi avviene fra le coppie che si sono sposate con il rito civile”. È il punto di partenza di un ragionamento che ha spinto il Forum ad organizzare, insieme al Centro comunale per le famiglie, un corso di preparazione al matrimonio per quanti scelgono di pronunciare il fatidico sì davanti al sindaco. Per chi si sposa in chiesa, il corso preparatorio da una parte è un obbligo, dall’altra ormai è diventato un passaggio normale che rientra nel percorso scelto. Non che la partecipazione al corso metta al riparo da eventuali crisi, ma almeno si arriva al grande passo con un briciolo di consapevolezza in più.

“Ci siamo resi conto – spiega l’avvocato Zamagni – che chi si sposa con il rito civile non ha alcun momento di formazione che lo aiuti ad essere consapevole della scelta che compie. Me ne rendo conto quando si presentano coppie che vogliono separarsi. Spesso non hanno idea di cosa prevedano quegli articoli del codice civile che frettolosamente vengono letti durante la cerimonia. Si stupiscono che sia previsto un obbligo di fedeltà o un obbligo di assistenza morale. Sono sorpresi che il rifiuto di avere rapporti sessuali con il coniuge possa essere considerato un addebito”.

Il corso (titolo “Le cose che abbiamo in comune”) partirà il 4 marzo e proseguirà ogni settimana fino al 1 aprile. A tenere gli incontri ci saranno avvocati che spiegano dal punto di vista giuridico i contenuti degli articoli del codice civile e consulenti del Centro per la famiglia che ne svolgeranno le implicazioni relazionali. “Partiamo dal codice civile – spiega Zamagni – perché le norme recepiscono il matrimonio come fenomeno naturale. Il diritto non crea il matrimonio, ma lo trova, lo riconosce e lo disciplina. Dalle coppie che vanno in crisi si capisce che all’origine non c’è stata una scelta consapevole dei diritti e dei doveri che si assumono. È il motivo per cui non reggono alla crisi. Faccio sempre l’esempio del mutuo. Quando lo contraggo, so che ogni mese devo pagare una rata. Se arriva un momento di difficoltà, sono consapevole dell’impegno che mi sono assunto e cerco comunque di regolarmi di conseguenza. Le coppie devono sapere cosa scelgono con quel passo. Devono sapere che nel matrimonio ci sono momenti belli ma possono arrivare anche i momenti difficili. E normalmente sono impreparate ad affrontarle. Normalmente dicono: “Ma lui è cambiato!”. Certo che è cambiato, sono passati vent’anni dal matrimonio. Se non ti sei accorta che è cambiato, significa che non siete cresciuti insieme. Insomma, il corso vuole dare una mano ai futuri sposi a comprendere in profondità le implicazioni della decisione presa”.

La proposta è una sfida impegnativa, in Comune ci si può andare a sposare senza l’obbligo di frequentare un corso preparatorio. Deve essere una scelta: ci sarà chi la compie? “Vedremo – dice Zamagni - Sappiamo che già due coppie hanno chiesto informazioni. Speriamo che se ne aggiungano altre. Vorremmo che passasse il messaggio che per sposarsi non basta l’amore, non basta essere innamorati. Ci deve essere una decisione consapevole, anche delle conseguenze del sì che si pronuncia”.

I titoli dei singoli incontri aiutano a comprendere lo spirito dell’iniziativa: “Sì, lo voglio. L’amore lontano dai luoghi comuni”; “Parla con me. Alla ricerca di una grammatica della relazione”; “Due cuori, una capanna e un conto corrente. Abitare la casa, vivere le scelte e custodire i sogni”; Complici, amici, amanti. Mantenere viva e curare l’intimità”; “Mamma e papà. Essere genitori. Ruoli, alleanze e nuovi equilibri familiari”.

Articoli correlati