Stop licenze a evasori, Cgil chiede provvedimenti anche contro lavoro nero

Giovedì, 29 Agosto 2019

(Rimini) La Cgil di Rimini ha inviato una lettera al sindaco e all’assessore al Bilancio del Comune di Rimini per chiedere un incontro circa l’annunciato regolamento che introduce misure, fino alla revoca della licenza, per le imprese che non pagano i tributi comunali. Il regolamento si è reso necessario per attuare le indicazioni contenute nel decreto Ccescita, indicazioni che offrono una copertura legislativa ai provvedimenti antievasione annunciati da tempo dall’amministrazione comunale di Rimini che, a tal proposito, aveva chiesto anche l’intervento dell’Anci presso il governo.
“Stando a ciò che abbiamo letto sugli organi di informazione si tratta di misure tese, non solo a recuperare risorse dovute all’ente, ma anche a salvaguardare il lavoro degli imprenditori vittime di concorrenza sleale da parte degli evasori”, sottolineano dalla Cgil. “Condividiamo la soddisfazione dell’amministrazione e delle categorie economiche che si sono espresse in tal senso per il risultato in sé, ma, aggiungiamo, perché apre nuove opportunità di tutela per gli altri indispensabili e imprescindibili soggetti che permettono alle attività economiche di esistere. Ci riferiamo naturalmente alle lavoratrici e ai lavoratori”.

Il sindacato ritiene che “il lavoro irregolare possa, meglio, debba, essere calato all’interno del Regolamento che verrà presentato in consiglio comunale. A tal fine abbiamo chiesto al sindaco e all’assessore al Bilancio del comune di Rimini un incontro per affrontare il tema del lavoro irregolare che, non solo è ingiusto per i lavoratori ma è, anche questo, causa di concorrenza sleale tra le imprese, forse ancor più del mancato pagamento dei tributi. Citiamo a tal proposito un passaggio dell’ordine del giorno approvato il 15 marzo 2013 in una seduta aperta del consiglio comunale, nel quale si asseriva che “l’utilizzo del lavoro gravemente sfruttato rappresenta, oltreché una violazione dei diritti delle persone e delle norme che regolano i rapporti di lavoro, un pesante elemento di inquinamento della leale concorrenza e delle dinamiche di mercato”.
Nello stesso ordine del giorno, tra l’altro, “l’amministrazione comunale si era impegnata a “dare mandato agli uffici affinché in sede di Scia o di richiesta di rilascio di nuove autorizzazioni, fosse prevista una nuova dichiarazione, a carico del richiedente, circa il rispetto della normativa vigente in tema di: tutela del lavoratore, salute, ambiente, condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza nei luoghi di lavoro”.